Tre persone, di cui una bambina, sono morte il 9 marzo per l’attacco missilistico dell’esercito russo sull’ospedale pediatrico della città di Mariupol. Lo hanno reso noto le autorità ucraine, che ieri avevano denunciato anche 17 feriti (ma il copnteggio è orovvisorio). «Ospedali, scuole, chiese e palazzi residenziali vengono distrutti. Stanno uccidendo persone. Stanno uccidendo bambini. L’attacco aereo dell’ospedale pediatrico è un crimine di guerra e l’ultima evidenza di un genocidio del popolo ucraino», ha affermato il presidente Volodomyr Zelensky in un video su Twitter.

Questa mattina il consiglio comunale della città ha annunciato sul proprio profilo Telegram anche «un attacco aereo degli occupanti russi. Le bombe hanno colpito le case e l’edificio dell’università nel centro della città. Registrato anche un attacco nell’area del Teatro Drammatico». Al momento non ci sono informazioni su eventuali vittime.

L’ospedale – Nel primo pomeriggio di ieri il capo del dipartimento militare di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha postato su Facebook il video del reparto maternità e pediatrico distrutti: «Un pilota russo, che probabilmente non si vergogna di chiamarsi un uomo, ha rilasciato una bomba sapendo esattamente cosa avrebbe colpito», ha commentato. «Russi, non avete solo superato la linea di relazioni inaccettabili tra Stati e persone. Avete superato la linea dell’umanità».

Nonostante le smentite delle autorità russe, le immagini dell’ospedale distrutto hanno fatto il giro del mondo. Il punto d’impatto è diventato un cratere profondo 6 metri e largo 15. Il complesso dell’edificio è distrutto, culle e letti divelti e sparpagliati per le stanze. Una signora incinta, con un plaid e un pigiama a pois e la faccia sporca di sangue. Bambini appena nati portati via da mamme con gli occhi persi nel vuoto. Nell’ospedale si sentivano al sicuro, pensavano che i russi non avrebbero potuto colpire anche lì. Si sbagliavano. Il vicesindaco di Mariupol, Sergiy Orlov, ha parlato alla Cnn di 1.300 civili uccisi in questi 9 giorni di assedio:  «In verità non sappiamo quanti sono perché non riusciamo a raccogliere tutti i corpi e contarli». Le autorità ucraine sono state obbligate ad aprire una fossa comune di 22 metri. 40 corpi sono arrivati martedì, altri 30 mercoledì.

Il bersaglio –. La procuratrice capo Iryna Venediktova ha detto da Dnipro, in seguito al bombardamento, che «questi sono crimini contro l’umanità su cui investigheremo e per cui i responsabili pagheranno». Che l’ospedale sia stato scelto appositamente come obbiettivo da bombardare appare quasi certo. L’arma usata dal pilota russo, stando ad accertamenti effettuati su precedenti attacchi, è l’X – 31pm, 400 chili di esplosivo e margine di errore non superiore ai 10 metri. Mosca ha affermato che l’ospedale veniva utilizzato come base per attacchi da militari ucraini, affermazione smentita dalle riprese e dalle autorità ucraine.  Attorno non c’erano altri obiettivi militari, dunque o si tratta di un errore nella scelta o della precisa volontà di colpire uno dei pochi luoghi da rispettare. In una città dove le persone non escono più nemmeno durante la safe zone che va dalle 9 alle 21. Da Mariupol, peraltro, è anche diventato quasi impossibile uscire in quanto i corridoi umanitari, promessi dai russi e poi non mantenuti, vengono minati. Mentre l’esercito russo bombardava l’ospedale nevicava. Per le circa 200.000 persone rimaste in città era un fatto positivo, almeno potevano sciogliere la neve e bere acqua senza rischiare di essere uccisi mentre andavano al supermercato.