Nel corso della conferenza stampa tenuta alla vigilia della conclusione del suo primo anno alla guida degli Stati Uniti, Joe Biden ha parlato della crisi in Ucraina scatenando la reazione indispettita di Kiev. Il presidente Usa si è detto sicuro di una mossa da parte di Vladimir Putin ma ha ribadito che la risposta americana dipenderà da quale azione farà la Russia, lasciando intendere che un’incursione minore in territorio ucraino, ben diversa da un’invasione, non comporterebbe sanzioni. L’allarme è subito scattato tra alcune fonti del governo ucraino, sbalordite per aver inteso quelle dichiarazioni come un via libera allo zar ad entrare nel Paese, e la Casa Bianca è stata costretta a intervenire.

La rettifica – La Casa Bianca si è affrettata a chiarire le parole del presidente, spiegando che Biden voleva riferirsi solo a risposte proporzionate a offensive “non militari”, come i cyberattacchi, e confermando che per qualsiasi attraversamento del confine ci sarà una «risposta dura e unita dagli Stati Uniti e dagli alleati». In particolare da Washington precisano che Biden è sempre stato chiaro con il presidente russo: «Biden sa inoltre che i russi hanno un copione ampio di aggressioni, inclusi i cyberattacchi e le tattiche paramilitari, e ha affermato che a queste azioni russe ci sarà una risposta decisa».

Situazione delicata – Dopo il caotico ritiro dall’Afghanistan, è ancora la politica estera a preoccupare Joe Biden, che vede avvicinarsi le elezioni di midterm di novembre, in cui i repubblicani sono favoritissimi per conquistare entrambi i rami del Congresso. «Penso che Putin non voglia una guerra su larga scala ma che stia testando gli Usa e la Nato», ha detto l’inquilino della Casa Bianca. Eppure i colloqui organizzati dai capi delle due superpotenze nell’ultima settimana non hanno allentato la tensione per il futuro di Kiev. La Russia ha smentito qualsiasi speculazione sul fatto che il Paese stia per invadere l’Ucraina, sottolineando che lo spiegamento di truppe al confine russo-ucraino è puramente a scopo difensivo. Putin ha inoltre chiarito a Biden di non essere soddisfatto dell’attuazione del Protocollo di Minsk II dell’11 febbraio 2015 (che stabiliva condizioni di cessate-il-fuoco e ribadiva anche accordi per la futura autonomia dei separatisti filo-russi), in quanto la Nato – di cui l’Ucraina non fa parte – continua ad espandersi verso est. Da parte americana hanno confermato lo scenario peggiore, ossia che se la Russia osasse invadere l’Ucraina, gli Stati Uniti d’America e i loro alleati lancerebbero forti «sanzioni economiche e altre misure» per contrattaccare. In questo senso la presenza di truppe inglesi e americani sul suolo ucraino non lasciano ben sperare sull’esito di una partita a scacchi che rimane ancora molto incerta.