Fonte: NARA & DVIDS Public Domain Archive – GetArchive.
Autore: JAMES E. SHRYNE III, CIV, USAF

 

Intelligence si, armi no. Israele non cambia la sua dottrina nel conflitto tra Ucraina e Russia. Secondo quanto rivelato da fonti del New York Times, lo stato ebraico ha fornito a Kiev istruzioni utili per poter colpire i droni iraniani, utilizzati dalle forze russe contro obiettivi civili, ma nessun supporto bellico diretto.

La tensione tra Israele e Russia- A seguito di questo appoggio strategico dell’Ucraina da parte degli israeliani, sembrano essere ancora più tesi i rapporti con la Russia il cui vice capo del Consiglio di sicurezza, Dmitri Medvedev, già una settimana fa, come riportato da Il Giornale, aveva avvertito il governo israeliano di non fornire armi all’Ucraina, affermando che qualsiasi mossa per rafforzare le forze ucraine danneggerebbe gravemente i legami tra i due paesi. Il forte rapporto tra questi due stati risale addirittura alla dissoluzione del blocco sovietico che aveva portato nel corso degli anni nello stato ebraico oltre un milione di nuovi cittadini, facendo di Israele il terzo paese russofono al mondo. In seguito, come ricorda Il Foglio, durante i suoi governi l’ex premier Benjamin Netanyahu è stato estremamente abile nello sfruttare questo legame a vantaggio di Israele, regalando soddisfazioni anche a Mosca. Nel 2014 Gerusalemme ha assunto una posizione neutrale sull’annessione della Crimea, facendo infuriare Washington. Nel 2015 le relazioni si sono intensificate con l’intervento militare russo in Siria, che aveva generato un patto di coordinamento per evitare uno scontro accidentale tra russi e israeliani in un conflitto in cui erano schierati su fronti opposti. La Russia sosteneva le milizie iraniane, siriane e libanesi e Israele si riservava il diritto di colpire ogni volta che riteneva che queste rappresentassero una minaccia. Negli anni successivi ci sono stati diversi alti e bassi, ma senza mai arrivare a particolari strappi, cosa che, dopo le ultime vicende, appare quasi inevitabile.

I droni per paralizzare il Paese e sferrare offensive a est- La questione dell’appoggio israeliano ha assunto grande importanza non solo per lo stretto legame con la Russia, ma anche perchè i droni kamikaze sono il principale strumento utilizzato dai russi in questi giorni per colpire le centrali elettriche. L’obiettivo di Putin, come ricorda Giordano Stabile de La Stampa, è quello di distruggere totalmente il sistema elettrico ucraino, i cui pezzi di ricambio sono difficili da reperire perchè prodotti in Russia e Bielorussia, per paralizzare il Paese e poter sferrare ulteriori offensive nell’Est. Nelle scorse settimane proprio la forte avanzata verso Est dell’esercito di Zelensky aveva creato non poche preoccupazioni al Cremlino.

La telefonata e il timore della “Bomba Sporca”– Segno ulteriore delle difficoltà attuali della Russia è stata la telefonata del 23 ottobre tra il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu e il suo omologo francese Lecornu. Come riportato da Skytg24, Shoigu avrebbe espresso un forte timore per l’utilizzo da parte degli ucraini della “bomba sporca“, un ordigno costruito con esplosivo unito a materiale radioattivo che, come spiega Il Corriere, colpisce sia attraverso l’esplosione iniziale dell’esplosivo convenzionale sia con le radiazioni e le contaminazioni che avvengono attraverso l’aria.

La nota congiunta dei ministri degli esteri– All’accusa della Russia è arrivata una risposta quasi immediata da parte dei principali paesi sostenitori dell’Ucraina che, il 24 ottobre, con una nota congiunta dei ministri degli esteri francese, britannico e americano hanno affermato, secondo quanto riportato da Ansa, che “Nessuno si lascerebbe ingannare” se Mosca intensificasse il conflitto in Ucraina utilizzando il pretesto dell’uso da parte di Kiev di una “bomba sporca”. I ministri hanno voluto respingere le “accuse palesemente false della Russia secondo cui l’Ucraina si starebbe preparano a usare una bomba sporca sul proprio territorio”. Gli ucraini e l’Occidente sospettano che sia in realtà l’esercito di Putin a voler far esplodere una “bomba sporca” per giustificare un’escalation militare, conclude l’agenzia Ansa.