Corte Internazionale dell’Aia (Fonte: Flickr)

Sono ore di incertezza quelle vissute da Kiev e Mosca in seguito all’attacco di droni contro il Cremlino, avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì scorso. Mentre si sprecano le ipotesi sui reali autori dell’impresa (azzardo ucraino o intossicazione dei servizi russi?), una cosa è certa: è un evento destinato ad aggravare le tensioni tra i due Paesi. Un colpevole, dunque, per ora non c’è. ma i russi non hanno dubbi: è un atto terroristico di Kiev per cui qualcuno dovrà pagare. «Non rimangono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky e della sua cricca», ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev. Tuttavia, le autorità ucraine negano qualunque coinvolgimento, sostenendo che i veri responsabili siano i dissidenti interni russi. Un gioco di accuse, in cui il presidente Volodymir Zelensky non è intervenuto. Durante la sua visita alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia – programmata per giovedì 4 maggio – il presidente non si è espresso sui fatti di Mosca ma ha, invece, condannato la linea offensiva intrapresa da Putin. «Vogliamo tutti vedere qui un Vladimir diverso, colui che merita di essere condannato per azioni criminali», ha concluso. «Sono sicuro che succederà».

Attacco – Nessuna vittima, nemmeno un ferito. Questo il bilancio dell’attacco al simbolo del potere russo. Sono le 2:30 del mattino, quando l’esplosione di un drone diretto verso la cupola del Cremlino rompe il silenzio di Mosca. A evitare la tragedia sarebbe stato l’avanzato sistema di controllo radar, che ha permesso la distruzione dei due droni pronti a colpire – forse con un intento letale – il presidente, proprio pochi giorni prima delle celebrazioni attese per il 9 maggio, in ricordo della vittoria russa contro i nazisti nella Seconda Guerra Mondiale. I media locali hanno però subito assicurato che il presidente Vladimir Putin non solo non era stato colpito ma che si trovava nella sua casa a Novo Ogarevo, poco fuori la capitale. A preoccupare sono ora le possibili conseguenze. Se da una parte la Cina invita alla cautela, gli Stati Uniti – come riporta La Repubblica – «non sono in grado di confermare la dinamica o le responsabilità dell’attacco», pur sostenendo di aver più volte incoraggiato le forze ucraine a evitare aggressioni in territorio russo.

Primo Ministro olandese e Presidente ucraino Zelensky durante la sua visita alla residenza ufficiale del Primo Ministro olandese (Fonte: ANSA)

Teorie – Ucraini, ribelli russi o episodio di false flag.Tre sono le ipotesi che continuano ad animare il dibattito. Sotto la lente dell’opinione pubblica ci sarebbe in primis il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov. Da tempo il generale avrebbe diretto operazioni oltre i confini russi e secondo i documenti americani top secret, svelati e condivisi online nelle scorse settimane, la Casa Bianca sarebbe intervenuta per evitare offensive nell’anniversario dell’invasione. Se la teoria fosse confermata, l’attacco rappresenterebbe «un notevole imbarazzo per la Russia» – ha detto il generale italiano Giorgio Battisti. Solo a gennaio, infatti, Mosca aveva rafforzato le sue difese aeree intorno alla città. La pista che porta a Kiev non convince però tutte le parti. Al vaglio ci sarebbero altre due ipotesi. In primis, quella che vedrebbe al centro delle accuse i dissidenti russi, contrari al regime e alla sua guerra. Tuttavia, a prendere forza nelle ultime ora sarebbe la teoria della cosiddetta “false flag”, secondo la quale l’attacco sarebbe stato organizzato dalle stesse autorità russe per giustificare un’escalation in una guerra che tarda a volgere a favore di Mosca.

Offensive – Intanto non si fermano gli scontri armati. Durante la notte tra il 3 e il 4 maggio, l’Ucraina è stata colpita “dall’attacco russo più intenso del 2023”. Secondo il canale Telegram dell’Aeronautica delle Forze Armate di Kiev, 24 droni kamikaze hanno attraversato lo spazio aereo ucraino ma più della metà sono stati abbattuti dai sistemi di difesa. Aggressioni che sono continuate anche nelle ore successive. Alle 8:30 del 4 maggio, i droni russi che riportavano la dicitura “Per Mosca” e “Per il Cremlino” hanno colpito la città di Odessa. Alle 11:30 è invece giunta la notizia dell’attacco della raffineria di petrolio di Ilsky, nella regione russa di Krasnodar. Eventi che non fanno che aumentare le tensioni e lo schieramento di soldati sui confini.