L’obiettivo russo, ormai palese, è quello di provocare blackout in tutta l’Ucraina per renderla vulnerabile all’inverno che sta arrivando. Mentre continuano i bombardamenti alle centrali elettriche, il 17 novembre si è però raggiunto l’accordo, grazie alla mediazione della Turchia, per il prolungamento dell’export del grano. Questo è un segnale positivo per la ricerca di una possibile una tregua, anche dopo l’incidente del missile caduto sul territorio polacco: gli USA continuano a cercare una mediazione e cercando nel contempo di calmare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e le sue legittime aspirazioni a liberare tutti i territori occupati.

Generale inverno – Nevica in Ucraina e la storia si ripete: l’esercito russo in difficoltà durante una guerra aspetta il freddo per potersi rigenerare, contrattaccare e stancare l’avversario. L’hanno fatto con Napoleone e con Hitler e sperano di riuscirci anche stavolta. Negli ultimi giorni, proprio in coincidenza del G20 di Bali, è in atto il più intenso raid aereo dall’inizio della guerra sul territorio ucraino con l’obiettivo di colpire le infrastrutture e gli impianti del gas e dell’energia. Nel corso di questi attacchi numerose le vittime civili. Molte case sono a tutt’oggi senza elettricità e alcune città sono costrette a imporre blackout per ripristinare la rete energetica.

Porti aperti – Mentre piovono i missili, Volodymyr Zelensky annuncia su Twitter il prolungamento per 4 mesi dell’accordo sul grano, di cui l’Ucraina è il terzo esportatore al mondo: «L’intesa sarà prolungata per 120 giorni –scrive il presidente– Insieme a Antonio Guterres e Recep Tayyip Erdogan è stata fatta una decisone chiave nella lotta contro la crisi alimentare». Dall’accordo appena raggiunto in Italia, afferma la Coldiretti, arriveranno 1,2 miliardi di chili di grano tenero, olio di girasole e mais.
L’intesa per il commercio del frumento, afferma la Russia, non è connessa allo sblocco del commercio tramite pipeline dell’ammoniaca, fondamentale per l’agricoltura. Il segretario dell’Onu Guterres afferma che si sta lavorando anche per «rimuovere gli ostacoli rimanenti all’export di cibo e fertilizzanti da parte Federazione Russa».

La strategia Usa – Lontano dasl campo di battaglia continuano i contatti tra l’Occidente e la Russia per tentare di raggiungere una tregua. Gli ultimi sviluppi sembrano favorevoli. Al G20 di Bali il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato con il suo omonimo cinese Xi Jinping: entrambi si sono detti d’accordo sulla necessità di evitare una nuova guerra fredda. Ad Ankara si sono visti, rendendo pubblico l’incontro, gli 007 americani e russi.
Poi, nella serata di martedì 15 novembre, è caduto il missile in territorio polacco e di colpo si è complicata la strategia americana e atlantica. Gli Usa, attraverso il capo di stato maggiore, Mark Milley, hanno affermato che «la probabilità di una vittoria militare ucraina che cacci via tutti i russi dal Paese, inclusa la Crimea, è molto bassa» per cercare di stemperare i toni accesi tenuti da Zelensky, il quale nei commenti a caldo sosteneva che il missile era sicuramente russo. Le dichiarazioni distansive Usa sono state apprezzate dal Cremlino.

L’Ucraina non si fida– Anche se, probabilmente, il missile non è stato un attacco russo verso un paese Nato, il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, in un colloquio con il suo omologo americano, Anthony Blinken, ha incolpato la Russia degli attacchi sul territorio ucraino e delle loro possibili conseguenze su quelli polacco e moldavo. Da qui la richiesta al Pentagono di velocizzare la consegna dei sistemi di difesa anti-aerei e antimissile Patriot. La responsabilità russa è satat sostenuta anche dal primo ministro britannico Rishi Sunak, nel suo discorso alla Camera dei Comuni. Nel mentre Zelensky, al Bloomberg New Economy Forum, ha sostenuto che la Russia stia cercando una pace solo per preparare una nuova aggressione.