Gli Stati Uniti devono «prendere sul serio le ragionevoli preoccupazioni della Russia»: è quanto ha detto ieri, mercoledì 26 gennaio, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, al segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante una discussione sull’escalation di tensioni al confine fra Russia e Ucraina, dove l’esercito russo da settimane ha schierato 100mila soldati, provocando una risposta da parte dei paesi dell’Alleanza Atlantica.

L’avvertimento cinese – Nel colloquio con il suo omologo americano, Wang Yi ha detto che «tutte le parti dovrebbero abbandonare completamente la mentalità della Guerra Fredda» e, soprattutto, che «la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari». Il 26 gennaio il governo americano e la Nato hanno consegnato a Putin le «garanzie di sicurezza» richieste dalla Russia: contengono probabilmente promesse di una limitazione della mobilitazione militare nell’area,  ma c’è soprattutto il rifiuto di accettare veti su un possibile ingresso di Kiev nel Patto Atlantico. Washington ha anche confermato l’invio di tre carichi di aiuti militari in Ucraina: il partito russo filoputiniano Russia Unita ha chiesto di rispondere con l’invio di armi ai separatisti del Donbass. Ieri durante una conferenza stampa a Bruxelles, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto di aver alzato il livello d’allerta delle truppe. Intanto, gli Stati Uniti chiedono a tutti i cittadini americani di lasciare l’Ucraina. Repubblica riporta che il governo di Kiev cerca invece di smorzare i toni: «Il rischio di un attacco russo c’è – ha detto il viceministro degli Interni, Eugene Yenin – ma non è lo scenario più probabile e non è imminente».

La sparatoria a Dnipro – Mentre si cerca di far cessare i venti di guerra, giovedì 27 gennaio a sparare è stato un soldato ucraino, che ha ucciso a colpi di Kalashnikov cinque connazionali (quattro membri della Guardia Nazionale e una civile) in una fabbrica di Dnipro. Non c’è nessuna indicazione che il movente del soldato, il 20enne Artem Riabchuck, sia politico. L’uomo è stato arrestato in poche ore e le autorità ucraine, senza sbilanciarsi, hanno ipotizzato possibili problemi psicologici.

Il ruolo della Germania – Le tensioni fra Ucraina e Russia, intanto, continuano a preoccupare l’Europa. Come riporta Repubblica, il sindaco di Kiev, Vitalij Klychko, ha definto «ridicolo» l’impegno della Germania di inviare 5mila soldati in Ucraina. Negli ultimi giorni erano arrivate ripetute richieste di supporto militare dall’ambasciatore ucraino a Berlino. Per il paese guidato da Olaf Scholz, come per il resto dell’Europa, pesa la dipendenza dal gas naturale russo, soprattutto in vista del percorso verso le emissioni zero che impegna la Germania a uscire da nucleare e carbone. Le forniture di gas potrebbero essere interrotte, se si arrivasse a un conflitto aperto con Mosca. E il blocco del gasdotto Nord Stream 2 potrebbe essere una delle sanzioni europee contro la Russia.

L’incontro con le aziende italiane – Le preoccupazioni economiche sono sullo sfondo anche dell’incontro di mercoledì fra il presidente Vladimir Putin e 16 industriali italiani: il faccia a faccia via video era in programma da novembre. Con i capi d’industria, Putin ha discusso della liberalizzazione delle gare d’appalto agli stranieri e delle forniture di gas naturale. Nessun riferimento alla situazione ucraina, ma l’incontro ha irritato Bruxelles per la tempistica, anche se il dipartimento di Stato americano ha sottolineato che tutti gli alleati sono «uniti, Italia compresa». Ieri da palazzo Chigi era arrivata la richiesta alle società pubbliche di non presentarsi al video-incontro: Eni, Saipem, Snam e Intesa Sanpaolo non hanno preso parte alla conferenza. Presente invece l’Enel, insieme alle private Danieli, Tecnimont e Barilla.