Sono oltre 4,75 milioni i rifugiati di guerra provenienti dall’Ucraina che hanno fatto richiesta di asilo in Europa. A renderlo noto è l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unchr) che dà conto di 4.751.065 cittadini ucraini registrati per i programmi di protezione temporanea attivi sul territorio europeo dall’inizio del conflitto tra Mosca e Kiev. Sulla cifra pesa anche l’esodo dalla Kherson liberata, ora sotto i bombardamenti russi e provata dall’emergenza freddo. L’Unione europea, supportata dalle Organizzazioni non governative locali e internazionali, continua a fornire protezione agli sfollati tramite il meccanismo previsto dalla direttiva sulla procedura di protezione speciale accelerata istituito lo scorso marzo. In testa per accoglienza tra i paesi Ue rimane la Polonia.

Fuga da Kherson – Il nuovo fronte della migrazione riguarda Kherson, liberata lo scorso 11 novembre dall’occupazione russa e ora bersaglio dei bombardamenti di Mosca. La città divenuta simbolo della speranza ucraina dopo la ritirata dell’esercito di Vladimir Putin sulle sponde del fiume Dnipro sta affrontando una crisi umanitaria dovuta anche alla mancanza di energia elettrica e risorse idriche. I raid russi della scorsa settimana hanno preso di mira i quartieri più popolosi della città, lasciando al buio il 95% dei residenti. Condizioni insostenibili che unitamente all’emergenza freddo (da giorni nevica senza sosta sui resti della città) stanno guidando la fuga di centinaia di cittadini. A partire da domenica 27 novembre i media internazionali riportano di file di auto, camion e furgoni messi a disposizione dal governo di Kiev diretti verso la periferia della città. Intanto nel resto del paese si registrano interruzioni di corrente. Le stime dell’operatore energetico ucarino Ukrenergo indicano un deficit i potenza del 27% ma rassicura di riuscire a soddisfare ancora l’80% della domanda di elettricità (e quindi di riscaldamento) del Paese. Il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko chiede però ai residenti di essere pronti a un’evacuazione parziale della capitale in caso di blackout prolungato della città, ribadendo che bisogna essere «pronti a ogni scenario».

Tank ucraino. Fonte: Wikimedia Commons

Il sistema di asilo Ue – L’invasione russa dell’Ucraina ha causato «la peggiore crisi umanitaria in Europa dal 1945» secondo l’Unione europea, che da inizio conflitto accoglie i rifugiati in arrivo dall’Ucraina. La diaspora dei profughi di guerra è regolamentata dal sistema di accoglienza speciale istituito lo scorso marzo, che garantisce ai richiedenti asilo permesso di soggiorno, accesso al mercato del lavoro, alloggi temporanei e accesso all’istruzione.
Ai profughi è garantita una procedura accelerata, ma sono migliaia le richieste di asilo in sospeso (circa 761mila in tutta l’Ue a fine 2021) che precedono lo scoppio della guerra in Ucraina e pesano sulle nuove ondate di chi chiede protezione.

Polonia primo fronte – È ancora la Polonia il Paese Ue con il più alto numero di rifugiati ucraini da inizio conflitto con oltre 1 milione 400 mila cittadini ucraini registrati nei programmi di protezione (dati aggiornati al 31 ottobre). Seguono Germania (800mila) e Repubblica Ceca (450mila), mentre in Italia sono 160mila. Primo banco dell’esodo di guerra, Varsavia riceve aiuti da parte dell’Unione per sostenere le procedure di accoglienza dei rifugiati, da ultimo il fondo da 144.6 milioni di euro stanziato dalla Commissione europea lo scorso ottobre. Ma le Ong attive sul territorio tengono alta l’attenzione sul rischio di discriminazione al confine, in quella che la CNN ha definito “compassione selettiva” delle autorità polacche in favore dei profughi bianchi.