ucraina-kiev.abnsaLa crisi ucraina è andata fuori controllo: i morti sulle barricate di Kiev ormai si contano a decine. Nella nuova giornata del massacro tra l’opposizione radicalizzata e le forze speciali, i “Berkut” aiutati dai provocatori, i “Titushki”, il ministero della Salute ucraino parla di 35 vittime. Si cerca ancora di trattare. I leader dell’opposizione parlamentare, Vitalij Klichko, Arsenij Yatsenjuk e Oleg Tyagnibok, concordano con Viktor Yanukovych una tregua, però solo a parole. I ministri degli Esteri tedesco, francese e polacco lo incontrano esortando i due schieramenti a fermare le violenze. Gli Usa mettono in atto le sanzioni contro una lista nera dei funzionari ucraini che si sono bagnati le mani col sangue della loro gente. Ma ormai è chiaro a tutti: l’Ucraina non può più tornare indietro.

Con il crollo dell’Urss l’Ucraina ha avuto l’indipendenza, ma l’identità nazionale era tutta da costruire. I Soviet hanno tenuto insieme le varie anime del Paese, ma anche nel periodo sovietico la spaccatura dell’Ucraina era evidente. Infatti, dopo aver sconfitto i nazisti, l’Armata rossa ha lottato ancora per più di dieci anni, nell’Ucraina occidentale, contro l’Esercito insurrezionale ucraino fondato da Stepan Bandera. Con gli avvenimenti degli ultimi mesi, il Paese si è ritrovato nel caos. La lotta per l’Europa che si è trasformata nella resistenza contro l’attuale assetto del potere ucraino ha fatto venire i nodi al pettine. C’è chi paragona la crisi ucraina alla guerra in Jugoslavia, un altro Paese dell’ex blocco sovietico che è esploso dopo il crollo dell’Urss con conseguenze targiche. Intanto da alcune regioni ucraine arrivano chiari segnali di tendenze centrifughe. Il portavoce della Rada della regione autonoma di Crimea – penisola regalata all’Ucraina da Khrushchev – ha già vagheggiato un possibile distaccamento dell’area che verrebbe annessa alla Russia, nel caso al potere arrivassero le forze ostili al Cremlino.

Quasi tutti i futuri scenari della situazione in Ucraina tracciati dagli analisti sono pessimisti. Gli esperti sono d’accordo soprattutto sul fatto che ormai l’integrità stessa del Paese sia stata minata irrimediabilmente. “È stata una terribile marcia indietro su tutte le conquiste raggiunte negli ultimi dieci anni”, scrive sul Telegraph Edward Lucas, giornalista dell’Economist e esperto dell’Europa dell’Est. Se le autorità ucraine cercheranno di soffocare con violenza le sommosse nell’Ucraina occidentale, la guerra civile nel Paese sarà inevitabile, è sicuro Lucas. L’unico modo di far cambiare lo schieramento all’élite ucraina che sostiene il regime è quello di fare pressioni attraverso i loro asset e risorse finanziarie nelle banche europee e americane, sostiene sul Finantial Times Orysia Lutsevych, esperta della società civile in Ucraina e Georgia e ricercatrice presso Chatham House. Mentre Stephen Blank, esperto dell’Urss e della Russia presso American Foreign Policy Council, parla sul Wall Steet Journal di un possibile intervento militare russo a sostegno delle forze separatiste ucraine.

Quadro, questo, ovviamente totalmente capovolto, negli editoriali di alcuni esperti e personaggi politici russi. Lo scrittore Eduard Limonov, noto per le sue opinioni provocatorie e sospettato di essere al soldo del Cremlino, sul suo blog traccia uno scenario apocalittico in cui la Russia viene invasa dai profughi ucraini in fuga dagli orrori della guerra scatenata da un intervento militare, stavolta, però, dei Paesi della Nato. Mentre il direttore del periodico Russia in global affairs, cerca di dare un giudizio equilibrato su come potrebbe finire il conflitto ucraina. Anche lui però è convinto che un intervento esterno sarà inevitabile mettendo in crisi tutta l’Europa dell’Est. Secondo l’esperto la soluzione migliore, anche se poco probabile, considerando le ambizioni del presidente russo Vladimir Puti, sarebbe quella in cui la Russia si metta d’accordo con l’Ue per una specie di protettorato dell’Ucraina mantenendo inalterate le frontiere dello Stato nazionale.

Anna Lesnevskaya