Riprende la guerra nell’est dell’Ucraina. Per il ministro della difesa Stepan Poltorak si tratta della più violenta battaglia dall’inizio della tregua firmata lo scorso 12 febbraio. Secondo le autorità di Kiev, tra martedì e mercoledì, le truppe dei separatisti filo-russi avrebbero attaccato i centri di Maryinka e Krasnohorivka a 30 km da Donetsk. Al momento non è ancora certo il numero delle vittime. Secondo alcuni i morti sarebbero una quindicina. Per il consigliere del presidente ucraino, Iuri Biriukov, l’attacco avrebbe provocato la morte di cinque soldati e il ferimento di atri 39.

donetskL’offensiva dei filo-russi sarebbe avvenuta grazie all’impiego di oltre mille uomini e all’uso di carri armati. Eduard Barusin, portavoce del ministero della difesa dell’autoproclamata repubblica del Donbas, non ha negato l’offensiva ma ha ribadito che si tratta di una risposta alle provocazioni dell’esercito di Kiev degli ultimi giorni.

Secondo i separatisti le truppe di Kiev avrebbero ripreso a bombardare la città di Donetsk. Il più colpito sarebbe il quartiere di Kirovski nella zona est della città. Per Svetlana Gavrilcina, amministratrice distrettuale del quartiere, i raid avrebbero causato 6 morti e 13 feriti. Oltre alle operazioni nei pressi di Donetsk, si vocifera di una possibile offensiva filo-russia a Shyrokyne, città a 20 chilometri da Mariupol, importante centro portuale ucraino

mappa est ucraina

La ripresa delle ostilità ha portato con se anche la solita girandola di dichiarazioni. Giovedì mattina il presidente ucraino Petro Poroshenko ha tenuto l’annuale discorso al parlamento parlando della presenza di truppe russe in territorio ucraino: ‹‹Sul nostro territorio si trovano 14 gruppi tattici russi per un totale di oltre 9 mila persone››. Per il capo di Stato nell’ultimo anno sarebbe aumentata la concentrazione di truppe dell’esercito russo lungo il confine. Per quanto riguarda gli scontri delle ultime 24 ore Poroshenko si è detto preoccupato perché ‹‹permane la minaccia di una ripresa delle azioni militari su vasta scala da parte dei gruppi russo-terroristici››.

Mosca ha preso invece le difese dei separatisti dicendo che le forze armate ucraine hanno tenuto un comportamento provocatorio. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, la Russia ‹‹segue da vicino e con preoccupazione, le azioni provocatorio che le forze armate ucraine stanno tenendo nell’area. Per il ministro degli esteri russo Lavrov la colpa è solo dell’Ucraina: ‹‹Gli accordi di Minsk del 12 febbraio sono sotto costante minaccia di violazione a causa delle azioni delle autorità di Kiev, che stanno tentando di sottrarsi ai loro obblighi di stabilire un dialogo diretto con il Donbas››.

L’Europa, per bocca del governo tedesco, ha detto che la situazione nell’est dell’Ucraina sarà al centro del G7 che si terrà a Elmau tra domenica e lunedì. Berlino non ha però parlato di possibili contro-misure, ma solo di discussioni su ‹‹un tema che è di interesse per tutti››. A luglio scadranno le sanzioni che l’Unione europea ha stabilito nei confronti di Mosca. Le autorità dovranno decidere se inasprire, interromperle oppure rinnovarle. Fonti vicine al WSJ sostengono che i Paesi europei potrebbero rinnovarle per spingere Putin a mantenere gli accordi presi a Minsk in febbraio.

Alberto Bellotto