Sforzi diplomatici dell’ultimo minuto mentre non si allenta la tensione nel Donbass. La situazione al confine russo-ucraino resta incandescente, così Macron gioca la carta della mediazione tra Usa e Russia. Alla proposta di un summit trilaterale del presidente francese, le due parti hanno accettato con riserva. Per Mosca il vertice sarebbe «prematuro». Per Washington il vertice ci potrebbe essere solo se non ci sarà l’invasione, che, avvertono gli ambienti della capitale statunitense, sarebbe «decisa e imminente».  Intanto sono circa 61mila i profughi in fuga dalla regione del Donbass verso la Russia, dopo l’evacuazione ordinata venerdì. Secondo quanto riportato dalla Cnn, la Russia starebbe intensificando l’attività anche al confine nord-orientale.

Il summit trilaterale – «Hanno accettato, in linea di massima». Così l’Eliseo ha annunciato l’esito dei fitti colloqui telefonici della notte tra Macron da una parte e Joe Biden e Vladimir Putin dall’altra. Per i funzionari della Casa Bianca un possibile vertice tra i due presidenti russo e americano si terrà solo dopo gli incontri tra i massimi diplomatici dei due Paesi, programmati per la fine di questa settimana. Per il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, invece – riferisce l’agenzia di stampa Interfax –  «è chiaro che le tensioni stanno aumentando ma è troppo presto per parlare di piani concreti per organizzare eventuali vertici». L’Eliseo ha commentato così il passo indietro di Mosca: «Il summit è possibile, ma Putin deve fare la sua scelta». Da Berlino, invece, arriva l’annuncio di un nuovo colloquio telefonico tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente russo previsto per oggi.

Bombardamenti e fughe – La tensione rimane molto alta nei territori nell’est dell’Ucraina. Secondo quanto riferito dalle milizie separatiste filorusse dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, un ospedale e una centrale elettrica sarebbero state colpite da un bombardamento di mortai compiuto da truppe ucraine. Inoltre è stato proclamato lo stato d’emergenza dopo un bombardamento a un impianto idrico segnalato dalle autorità locali che avrebbe lasciato oltre 21mila persone senza acqua. Ieri sera da Donetsk è stata denunciata la morte di un miliziano e il ferimento di altri due. In seguito all’evacuazione ordinata venerdì, sarebbero almeno 61mila i profughi in fuga dal Donbass verso la Russia. Il leader di Donetsk, Denis Pushilin, ha dichiarato che sarebbero in corso combattimenti tra le forze ucraine e le milizie separatiste nel pressi della città portuale di Mariupol. Visto il degenerarsi della situazione, la Farnesina invita chi è rimasto in Ucraina a lasciare il paese, mentre l’ambasciata italiana a Kiev consiglia a chi rimane di fare scorte di acqua e cibo.

Blocchi e sanzioni – Dopo la tedesca Lufthansa, Swissair e l’olandese Klm, oggi anche Austrian Airlines ha annunciato di sospendere i voli per l’Ucraina mentre Air France ha annullato i voli di domani tra Parigi e Kiev. Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, oggi a Bruxelles per il consiglio dei ministri degli Esteri Ue, ha annunciato il raggiungimento di «un accordo di principio» per luna missione di formazione consultiva, specificando però che questo non prevede l’invio di forze militari. «Qualunque cosa dica Vladimir Putin io continuo a lavorare per la diplomazia», ha sottolineato Kuleba, «l’Unione Europea deve lanciare un messaggio chiaro alla Russia, e cioè che l’Ucraina è una dei nostri». Prima dell’incontro a Bruxelles il ministro aveva chiesto «decisioni, non solo dei messaggi politici», sopratutto per quanto riguarda le sanzioni, che dovrebbero essere imposte dopo l’invasione russa del Paese. Ma Kuleba sottolinea che «ci sono tutte le ragioni per imporre una parte delle sanzioni già da ora». Secondo l’agenzia di stampa internazionale Reuters, che cita fonti vicini all’amministrazione Biden, un primo pacchetto di misure contro la Russia sarebbe già pronto. Si tratterebbe di sanzioni che bloccherebbero i rapporti finanziari tra le principali banche russe e quelle statunitensi. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, avverte: «Il lavoro sulle sanzioni è finito. Quando sarà il momento, convocherò un consiglio straordinario dei ministri degli Esteri UE e presenterò le sanzioni». Pronti anche 1,2 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina, sotto forma di prestiti.

Informazioni incrociate – Oltre alla guerriglia sul campo e alle questioni diplomatiche ancora aperte, a pesare sulla definizione del conflitto è anche la “lotta delle informazioni“, tra propaganda, immagini satellitari che si diffondono a mostrare i dispiegamenti di forze e gli allarmi lanciati da una parte o dall’altra. Nella mattinata del 21 febbraio, ad esempio, i servizi di sicurezza di Mosca hanno accusato l’Ucraina di aver distrutto un valico di frontiera russo con una granata. Notizia subito smentita da Minsk. Lo stesso è accaduto per un presunto dossier russo che l’intelligence americana avrebbe intercettato, contenente una lista di oppositori politici, attivisti anti-corruzione e dissidenti russi e bielorussi in esilio da uccidere o arrestare in Ucraina in caso di invasione del Paese. Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha però subito smentito la notizia: «È una bufala. È una bugia. Si tratta di una finzione assoluta. Non esiste una lista del genere. Questo è un falso»

Trattative e colloqui – Lo spiraglio diplomatico aperto dal presidente francese Emmanuel Macron traccia solo una via rispetto a quanto la diplomazia sta tentando di fare, muovendosi per evitare l’escalation. Confermato per il 21 febbraio un vertice straordinario dell’Osce (organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) convocato su richiesta di Kiev, mentre il presidente russo ha organizzato una riunione non programmata del suo Consiglio di sicurezza, specificando che sarà un «consiglio esteso». Atteso anche il colloquio tra il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian e il suo omologo russo, Serghei Lavrov, che giovedì 24 invece incontrerà il segretario di Stato Usa Anthony Blinken. Attesa anche per l’incontro tra il premier italiano Mario Draghi e Vladimir Putin.