Un risveglio sotto le bombe. Intorno alle 5 del mattino del 21 marzo, Kiev è stata colpita da 31 missili balistici russi, tutti neutralizzati dalle difese aeree del Paese. Si tratta del primo grande attacco di Mosca contro la capitale ucraina dalla fine di gennaio. Secondo le autorità non ci sono stati morti, ma i feriti sono 13. Su Telgram, il sindaco Vitali Klitschko ha specificato: «Frammenti di razzi sono caduti su un asilo nel distretto di Sviatoshynksyi (periferia ovest, ndr)». L’altro quartiere più danneggiato dai rottami è quello di Shevchenkivskyi, nella zona centro-occidentale di Kiev. Diversi gli incendi causati.

«Per difenderci serve la volontà politica» –  Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha elogiato il sistema di difesa delle sue forze armate: «I terroristi russi non hanno missili tali da poter aggirare la difesa dei Patriots e di altri importanti sistemi mondiali», ha scritto sul suo canale Telegram. «Ora questa protezione è necessaria qui in Ucraina. Da Kiev a Kharkiv, da Sumy a Kherson, da Odessa alla regione di Donetsk. Ciò è del tutto possibile se i partner hanno sufficiente volontà politica», ha aggiunto.

La posizione dell’Europa – Un monito, quello di Zelensky, al Consiglio europeo riunito a Bruxelles dal 21 al 22 marzo. Il sostegno politico, economico e militare è il primo punto all’ordine del giorno del vertice. Nelle ultime settimane si è discusso a lungo della proposta del presidente francese Emmanuel Macron di inviare soldati della Nato in Ucraina. La possibilità che cittadini europei tornino a combattere per difendere i propri confini per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale rimane ancora incerta, vista la tiepida (se non fredda) accoglienza che le parole di Macron hanno ricevuto tra gli omologhi europei. Nella bozza di conclusioni della seduta del Consiglio, però, è stata sottolineata la necessità, definita «imperativa» di una «preparazione militare-civile rafforzata nonché coordinata».
Intanto, l’Estonia ha annunciato che donerà un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev dal valore di 20 milioni di euro. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Hanno Pevkur nel corso di un incontro bilaterale con il suo corrispettivo ucraino Rustem Umerov. Le forniture comprendono dispositivi anticarro, munizioni di artiglieria, maschere antigas e munizioni di piccolo calibro.

Modello Covid – Da Bruxelles è arrivata la proposta del ministro degli Esteri Antonio Tajani per continuare a finanziare il sostegno all’Ucraina: «Gli eurobond per la difesa sono una buona idea, così com’è stato fatto per il Covid. La difesa europea è un percorso che necessita anche di un sostegno finanziario, credo che abbiamo buone ragioni per convincere anche gli altri Paesi».

Le minacce russe – Dal canto loro, i servizi segreti russi sono convinti che Macron sia pronto a passare dalle parole ai fatti: «Sta preparando un contingente militare di 2.000 uomini», ha detto il capo dei servizi d’intelligence esterni di Mosca Serghei Naryshkin. La pronta smentita di Parigi non ha tranquillizzato i russi. Il vicepresidente della Duma Piotr Tolstoi ha minacciato: «L’idea di inviare i soldati francesi in Ucraina si concluderà con le bare coperte dalla bandiera tricolore all’aeroporto di Orly. E non è Macron che andrà ad accoglierle». Anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha avvisato che la presenza di truppe Nato in Ucraina porterebbe a «conseguenze irreparabili».