«Ho deciso di condurre un’operazione militare speciale». Con queste parole il presidente russo Vladimir Putin alle 4 (ora italiana) di questa mattina, 24 febbraio, ha dichiarato guerra all’ Ucraina. Il messaggio trasmesso in diretta sulla tv di Stato ha dato il via all’invasione, proprio durante il Consiglio di sicurezza dell’Onu e appena terminato l’intervento dell’ambasciatrice americana.

«Richiesta di aiuto» – Putin ha esordito citando «circostanze che ci impongono di intraprendere un’azione decisa e immediata», ma che ha precisato non essere un’invasione. Piuttosto un’operazione «ordinata di smilitarizzazione e denazificazione». Le circostanze di cui ha parlato sarebbe la richiesta di aiuto degli abitanti della Repubblica del Donbass. «L’obiettivo -. ha sottolineato – è proteggere le persone che sono state maltrattate ed esposte al genocidio da parte del regime di Kiev per 8 anni». Un regime definito nazista, così come gli stessi ucraini. Il leader russo ha ricordato loro che «i vostri padri e i vostri nonni non hanno combattuto per la Madrepatria per poter aiutare poi i neo-nazisti».

L’appello all’esercito ucraino – Sicuro della superiorità delle forze armate russe Putin ha lanciato un appello ai soldati ucraini: «Vi esortiamo a deporre le armi e a tornare a casa». La promessa per i militari che obbediranno è quella di poter «lasciare il fronte e tornare dalle loro famiglie».

Il messaggio a chi «oserà intervenire» – Con il dito puntato e tono minaccioso il presidente russo ha voluto poi sottolineare che in caso di interferenze nelle operazioni militari decise dal Cremlino, «la Russia agirà immediatamente». «Un attacco diretto al nostro Paese porterà alla sconfitta e a terribili conseguenze mai viste prima nella storia per qualsiasi potenziale aggressore». Putin non teme gli avversari: «Siamo oggi una delle più forti potenze nucleari del mondo e siamo in vantaggio negli ultimi tipi di armi».

Attacco alla Nato – «Un’ulteriore espansione e uso del territorio dell’Ucraina» e «il comportamento immorale». Solo le colpe della Nato agli occhi di Putin che le ha elencate con durezza nel suo messaggio di guerra. Secondo il leader del Cremlino, l’espansione del blocco Nato a est, e di conseguenza sempre più vicino ai confini russi, deve finire al più presto: «Per 30 anni abbiamo cercato con insistenza e pazienza di raggiungere un accordo con i principali paesi della Nato sui principi di una sicurezza uguale e indivisibile in Europa». Ma alle proposte fatte sono seguite, Putin ha lamentato «cinici inganni e bugie, o tentativi di pressioni e ricatti» da parte dell’Alleanza del Nord Atlantico. Aggiungendo: «Coloro che rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente, impunemente e, sottolineo, senza alcun motivo, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico. Lo sappiamo e valutiamo oggettivamente le minacce che ci vengono costantemente rivolte in ambito economico, così come la nostra capacità di resistere a questo ricatto sfacciato e permanente».