Il giornale americano The Wall Street Journal ha rivelato che gli Stati Uniti e la Corea del Sud avrebbero trovato un accordo sull’invio di armi alle forze ucraine. L’intesa è stata raggiunta al termine di una trattativa segreta stimolata da Washington, che guarda con preoccupazione alla diminuzione delle proprie scorte di munizioni.
Il conflitto sul campo – Nel frattempo il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che, nella notte tra il 24 e il 25 maggio, la Federazione Russa ha attaccato la capitale Kiev con trentasei droni Shahed, precisando che sono stati tutti respinti. Altri droni, di presunta fabbricazione iraniana, sono stati diretti dall’esercito invasore contro gli oblast di Kharkiv, Leopoli, Rivne e Khmelnytskyi. Dall’altra parte del fronte, nella regione russa di Belgorod, il ministro della Difesa di Mosca Sergei Shoigu ha dichiarato di aver “ucciso o respinto” i “terroristi”pro-Kiev che avevano fatto incursione partendo dall’Ucraina. Kiev ha negato ogni coinvolgimento sostenendo che si tratti di patrioti russi che si sono ribellati al regime di Putin. Dall’altra parte, Mosca continua ad affermare che i miliziani “bloccati” sarebbero invece militari ucraini incaricati di eseguire una missione terroristica come risposta alla sconfitta di Kiev avvenuta sul campo a Bakmut.
La missione diplomatica – Attesa nei prossimi giorni la visita a Mosca dell’inviato cinese Li Hui. Intanto, sul campo diplomatico, Stoccolma ha espulso cinque rappresentanti russi e la Federazione Russa ha deciso di fare lo stesso con cinque diplomatici svedesi.
La ricognizione americana – L’agenzia ucraina Tbc ha reso noto che un drone statunitense, partito dalla base di Sigonella, in Sicilia, è in missione di ricognizione sopra i cieli del Mar Nero. Si tratta del modello Northrop Grumman RQ-4 Global Hawk, un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) da ricognizione, capace di volare a una quota di tangenza di circa 20mila metri.