«Sentirsi al sicuro in casa proprio è il più fondamentale e universale dei diritti. La nostra Unione dovrebbe essere in grado di offrirlo ai propri cittadini». Scrive così Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nella lettera pubblicata l’8 giugno sul Corriere della Sera. Gli fa eco da Parigi il commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici: «Questa è la volta buona». Parole che arrivano all’indomani della presentazione di tre scenari della difesa europea e delle parole dell’alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Federica Mogherini:«L’Unione europea è impegnata a rafforzare il lavoro sulla difesa e la sicurezza, esaltando la nostra capacità di agire come fornitore di sicurezza nel mondo e di poterlo fare autonomamente quando e dove necessario». Il momento in cui l’Europa sia in grado di difendersi da sola sembra essere arrivato: 90 milioni di euro in due anni sono i finanziamenti che la Commissione promette agli Stati che presenteranno progetti di ricerca per potenziare sicurezza e protezione dei propri cittadini.

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Moscovici e il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici
La lettera – «Abbiamo contato sul potere militare di altri troppo e per troppo tempo. È il momento di farci carico della nostra sicurezza», afferma convinto Juncker nella letera al Corriere. E prosegue: «Un’Europa sicura, libera e pacifica non è qualcosa che possiamo dare per scontato». La proposta è quella di un Fondo europeo per la difesa. Nel concreto, riceveranno finanziamenti i progetti di ricerca più innovativi in questo campo, dalla tecnologia dei droni a navi che non hanno bisogno di equipaggio.Per quanto riguarda i 90 milioni, la Commissione europea li metterà a disposizione nei prossimi due anni, contando di prenderli dal bilancio comunitario. Già nel 2017 dovrebbero esserci 25 milioni disponibili. Una seconda tranche di finanziamenti riguarderanno proposte realizzate da gruppi di Paesi in collaborazione tra loro. Si parla di 500 milioni di euro per il 2019 e il 2020 e poi di un miliardo l’anno. «Gli stati membri rimarranno alla guida, decidendo autonomamente quali progetti rendere prioritari», scrive Juncker, «il valore aggiunto portato dalla Commissione europea consisterà nell’unire gli sforzi».
A Europe that defends. A Europe that protects. #EUDefence #FutureOfEurope https://t.co/8qMP23xvU2 pic.twitter.com/CXr3HMu5jd
— European Commission (@EU_Commission) 7 giugno 2017
Reazioni – L’idea di un Fondo europeo per la difesa era già stata lanciata dal presidente della Commissione a settembre 2016 e ora sembrerebbe non vi siano più tentennamenti. Da Parigi Moscovici ha commentato: «Le divisioni storiche che hanno frenato la creazione di un’Europa della Difesa sono ormai sul punto di essere superate». Secondo il commissario, dopo l’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti e l’incertezza della Brexit, in Unione europea oggi c’è la consapevolezza che la pace è una conquista fragile e i cittadini vogliono sentirsi protetti. Jyrki Katainen, commissario europeo per il Lavoro e gli Investimenti, è d’accordo: «La popolazione in tutta Europa è preoccupata per la sicurezza loro e dei loro figli», ha detto, «questo nuovo fondo sarà un catalizzatore per l’industria europea della difesa, che produce tecnologia ed equipaggiamento all’avanguardia».
Scenario – La commissione europea non intende essere alternativa alla Nato, «di cruciale importanza per il nostro futuro», ribadisce Juncker. Parole che arrivano a poche settimane di distanza dal tour in Europa di Donald Trump. A Bruxelles, il presidente americano aveva accusato 23 dei 28 Paesi membri della Nato di «dovere un sacco di soldi agli Stati Uniti», i quali, «in questi anni hanno speso di più di tutti gli altri Stati messi assieme». Insomma a Trump la Nato va stretta sin da quando, ancora da candidato repubblicano, l’aveva definita «inutile e troppo costosa». E sembra mal sopportare anche rapporti troppo stretti con l’Europa. Durante il G7, il vertice fra i capi di stato dei sette Paesi più industrializzati del mondo svoltosi a Taormina, sono emerse ulteriori distanze fra i due, anche per quanto riguarda clima, commercio e immigrazione. L’Europa quindi si sente sempre più lontano dallo storico alleato americano e questo spiega anche le parole della cancelliera tedesca Angela Merkel al termine dell’incontro in Sicilia: «I tempi in cui potevamo contare completamente sugli altri, sono finiti. Noi europei dobbiamo davvero portare il nostro destino nelle nostre mani». Il Fondo europeo per la difesa potrebbe esserne la conferma di quello che sembra un definitivo cambio di rotta.