A guidare la Libia fino alle elezioni del 24 dicembre 2021 sarà l’esecutivo ad interim guidato da Abdul Hamid Dbeibah e Mohammad Younes Menfi. Scelti a Ginevra dai 75 deputati ed esponenti della società civile del “Forum di dialogo politico libico” promosso dalle Nazioni Unite, Dbeibah sarà Primo Ministro e Menfi a capo del Consiglio presidenziale. Tra gli eletti, anche altri due membri del Consiglio presidenziale, Mossa Al-Koni e Abdullah Hussein Al-Lafi.
Un Paese, due Stati – Dopo la caduta del regime di Gheddafi, il Paese è oggi spaccato in due: da un lato c’è il Governo di accordo nazionale del premier uscente Fayez al Serraj, legittimo, stabilito dall’Onu e con capitale Tripoli, dall’altro la fazione dell’Esercito nazionale libico e del generale Khalifa Haftar che controlla la Cirenaica.
L’Onu e il processo di pace – La rappresentante speciale ad interim e capo della missione di sostegno in Libia (Unsmil) dell’Onu Stephanie Williams ha parlato di «momento storico» per il Paese. Rappresenterebbe un primo spiraglio di riapertura al processo di pace, iniziato nel 2015 con la nascita di un Governo di accordo nazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite e interrotto dal generale Haftar nel 2019. Haftar non aveva mai riconosciuto l’esecutivo delle Nazioni Unite e capeggiato da al Serraj, e aveva per questo deciso di marciare verso Tripoli. Agli scontri avevano preso parte anche Turchia e Qatar a sostegno di al Serraj, mentre Emirati Arabi, Egitto e Russia appoggiavano il generale. Solo il cessate il fuoco del 23 ottobre 2020 raggiunto a Ginevra ha permesso nuovi accordi tra le due parti, tra cui l’istituzione del “Forum di dialogo politico libico”. Con 75 invitati di varie circoscrizioni e parti politiche, come membri dell’Alto Consiglio di Stato (Tripolitania), del Parlamento di Tobruk (Cirenaica), nonché partecipanti selezionati dall’Onu, lo scopo del Forum era ridisegnare i futuri assetti del Paese fino a nuove elezioni.
L’imprenditore che media tra Mosca e Istanbul– Il capo del Governo eletto Abdul Hamid Dbeibah, 62 anni, è un esponente dell’imprenditoria di Misurata (Tripolitania) e fondatore del movimento “Futuro per la Libia”. L’elezione dell’“uomo di Mosca”, ma vicino anche alle posizioni della Turchia e dei Fratelli Musulmani, rappresenta il tentativo di conciliare gli interessi delle due potenze più coinvolte all’interno del Paese: la Russia, sostenitrice del generale Haftar, e la Turchia, per il premier uscente al Serraj. Il capo del Consiglio presidenziale Mohammad Younes Menfi è invece originario di Tobruk, è un ex ambasciatore in Grecia e in sintonia con Haftar, mentre al-Koni rappresenta il sud del Paese. Avranno 21 giorni per presentare una lista di ministri al Parlamento, a cui ne seguiranno altri 21 per esprimere il voto di fiducia. Qualora non si raggiungesse il quorum la decisione finale sarà del Forum.
La risposta dell’Italia – Nelle prime telefonate con al Menfi e Dbeiba, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha riaffermato «L’impegno dell’Italia a sostenere e accompagnare con determinazione la Libia e il popolo libico» nel percorso verso le elezioni di dicembre.