Colorado, Maine e ora anche Illinois. Donald Trump è stato rimosso dalle votazioni per le primarie repubblicane nello Stato, programmate per il 19 marzo, a causa del suo coinvolgimento nell’insurrezione al Campidoglio avvenuta il 6 gennaio 2021. Tuttavia, la sentenza della giudice della contea di Cook, Tracie Porter, non entrerà in vigore con effetto immediato in vista del probabile appello di Trump. Un’ennesima controversia legale pareggiata da un piccolo successo. La Corte Suprema ha infatti deciso di valutare la possibilità per Trump di avvalersi dell’immunità presidenziale nel caso che lo vede accusato di interferenze nelle elezioni del 2020: un ulteriore rinvio del processo federale.
L’esclusione – «Il Consiglio elettorale dello Stato dell’Illinois rimuoverà Donald J. Trump dalla votazione per le elezioni primarie generali del 19 marzo 2024, o causerà la soppressione di tutti i voti espressi per lui». Così si è pronunciata Porter, formulando la terza esclusione del tycoon dalle votazioni repubblicane sulla base del cosiddetto “divieto insurrezionalista” previsto dal 14esimo emendamento, secondo cui nessuno può ricoprire una carica governativa «se è stato coinvolto in una insurrezione o una ribellione contro gli Stati Uniti, o ha dato aiuto o sostegno a coloro che l‘hanno intrapresa». L’episodio a cui si fa riferimento è l’assalto a Capitol Hill, dove i sostenitori pro Trump fecero irruzione, e in cui l’ex presidente sarebbe coinvolto.
La reazione – Una decisione, quella di Porter, che è stata definita «incostituzionale» da Steven Cheung, uno dei portavoce della campagna elettorale dell’ex presidente, che ha fatto sapere che «si farà rapidamente appello»: per questo la sentenza non entrerà subito in vigore. «Un giudice democratico dell’Illinois ha sommariamente annullato il consiglio elettorale statale e ha contraddetto le precedenti decisioni di dozzine di altre giurisdizioni statali e federali», ha aggiunto Cheung riferendosi anche a quanto stabilito dal comitato elettorale dello Stato americano che si era rifiutato di decidere sull’ineleggibilità di Trump perché non in possesso della giurisdizione necessaria per esaminare la questione.
Capitolo Corte Suprema – Trump ha comunque un motivo per sorridere. La Corte Suprema ha infatti deciso di esaminare la sua richiesta di vedergli riconosciuta l’immunità giudiziaria nel processo federale in cui è coinvolto per i fatti del 2020 con l’accusa di aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali perse contro Joe Biden. La Corte inizierà ad ascoltare gli argomenti pro e contro a partire dal 22 aprile, rimandando di fatto il processo federale che avrebbe dovuto tenersi a marzo. La decisione assume i tratti di una vittoria: poiché non ci sarà un pronunciamento prima di giugno o luglio, l’attesa consentirà al tycoon di proseguire indisturbato le sue campagne elettorali.