Dopo settimane di tensioni, alla fine è stato trovato l’accordo che permette agli Stati Uniti di evitare il rischio di default, cioè l’impossibilità di ripagare i propri debiti. Sabato 27 maggio, il presidente Joe Biden e lo speaker della Camera, Kevin McCarthy, del partito Repubblicano, hanno raggiunto un’intesa per alzare il tetto del debito, cioè la quantità di soldi che lo Stato può prendere in prestito dai mercati e che deve essere autorizzata periodicamente dal Congresso. I negoziati andavano avanti con molte difficoltà da settimane: «Vogliono togliere il cibo dalla bocca degli americani affamati», avevano dichiarato fonti dell’amministrazione solo qualche giorno prima del raggiungimento dell’accordo.

Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden (foto da: Wikimedia Commons)

I tagli alla spesa – «L’accordo rappresenta un compromesso, nessuno ha ottenuto tutto ciò che voleva», ha detto Biden ai giornalisti alla Casa Bianca domenica sera. L’accordo prevede infatti il taglio di alcune spese statali per i prossimi due anni, oltre all’aumento della quantità di soldi che il Paese può prendere in prestito sui mercati. I Repubblicani avrebbero voluto più tagli alla spesa di quelli che sono stati previsti: il piano repubblicano prevedeva la revoca di molti degli incentivi per l’energia “pulita” che il Presidente Biden ha incluso nel Inflaction Reduction Act, l’eliminazione di fondi aggiuntivi per l’Internal Revenue Service e l’eliminazione dei prestiti agli studenti. Niente di tutto ciò era nel pacchetto finale.

La nuova arma politica – L’innalzamento del tetto del debito è una questione periodica della politica statunitense, che in condizioni normali non crea grosse criticità. Negli scorsi mesi, tuttavia, il partito Repubblicano ha deciso di trasformare quella che sarebbe una normale funzione di controllo del Congresso in un’arma politica. Anche alcuni esponenti del partito Democratico hanno criticato il provvedimento, sostenendo di essere stati messi nella condizione di votare tagli di spesa con cui non sono d’accordo con la minaccia del default. La cosa più importante secondo il Presidente degli Stati Uniti è che l’accordo evita la catastrofe del default che avrebbe portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro, al crollo dei mercati azionari e ai tagli ai pagamenti di previdenza sociale.

Governance – Biden, che ha già annunciato la sua ricandidatura alla Casa Bianca, si basa sul presupposto che gli americani apprezzeranno la direzione matura che non scommette con la salute economica della nazione. L’accordo che ha raggiunto con il Presidente McCarthy rappresenta un caso di studio nel governance della sua presidenza. Il suo desiderio sembra quello di posizionarsi come il leader in grado di riunire un Paese profondamente diviso. Il conflitto, in vista delle elezioni presidenziali del 2024, è con i democratici che vedono nell’opposizione netta al Partito Repubblicano la chiave per vincere la corsa alla Casa Bianca.