Prezzi gonfiati fino al mille percento sui farmaci generici usati per curare malattie tanto diffuse quanto gravi, come il diabete, il tumore, l’asma o l’Hiv. È la truffa ai danni dei malati americani scoperta dal procuratore generale del Connecticut William Tong, che ha documentato un cartello per aumentare i profitti da parte di 20 case farmaceutiche.
La vicenda – «Una delle più vergognose e dannose cospirazioni per la determinazione dei prezzi nella storia degli Stati Uniti», ha sentenziato senza giri di parole il procuratore Tong, dopo cinque anni di indagini. La causa coinvolge 40 Stati americani. Tra il 2013 e il 2015 le case farmaceutiche sotto accusa avrebbero aumentato artificialmente il costo di più di 100 medicinali generici. Sono citate 15 persone, accusate di aver supervisionato lo schema per fissare i prezzi giorno per giorno. I rincari, in alcuni casi, sarebbero andati oltre il 1000%. Tra le aziende coinvolte ci sono colossi del calibro di Teva, Pfizer, Novartis e Mylan: le più grandi multinazionali del settore. I farmaci “sotto inchiesta” più noti sono: il Lamivudine-Zidovudine relativo alla cura dell’Hiv, il Budesonide per l’asma, il Fenofibrate che tratta il colesterolo alto. Inoltre antibiotici orali, fluidificanti del sangue, farmaci contro il cancro, il diabete, antidepressivi e contraccettivi.
Gli accusati – Secondo la denuncia, le persone coinvolte erano dirigenti a capo del marketing, delle vendite e dei prezzi ed erano consapevoli dell’illegalità delle proprie azioni. Perciò cercavano di evitare comunicazioni scritte e preferivano stringere accordi durante pasti, partite di golf e feste. Ciò nonostante, Tong ha dichiarato: «Abbiamo email, sms, telefonate registrate ed ex dipendenti delle aziende con cui crediamo di poter provare la cospirazione pluriennale per stabilire i prezzi e dividere le quote di mercato.» L’azienda Teva che fattura circa 18 miliardi di dollari all’anno, viene indicata come leader nella cospirazione, ma nega ogni accusa. Così anche la Pzifer, mentre le altre hanno preferito rimanere in silenzio.