Joe Biden come Lyndon Johnson. Il piano da 1,9 trilioni di dollari per la lotta al Covid, approvato mercoledì 10 marzo dal Congresso Usa e ribattezzato “American Rescue Plan”, ha lo stesso sapore della “Great Society”, la serie di programmi nazionali approvati negli anni ’60 con l’obiettivo di ridurre la povertà e la discriminazione razziale. In un Paese in cui il numero di vaccinati ha superato quello dei contagiati da Covid (61 milioni di statunitensi hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, contro i 29 milioni di cittadini che hanno contratto il virus), l’amministrazione Biden punta dritta all’obiettivo: fare della lotta alla pandemia un’occasione per approvare la seconda maggiore manovra di sostengo alle famiglie della storia americana.

La manovra – «Una manovra storica», ha dichiarato Biden, l’occasione per «dare alla spina dorsale di questa nazione – i lavoratori essenziali e la classe operaia – una possibilità di farcela». Il piano, la cui firma del Presidente è attesa per venerdì 12 marzo, prevede innanzitutto misure di contrasto alla povertà, acuita dalle conseguenze economiche della pandemia. Una versione ampliata degli assegni familiari consentirà di erogare, fino al 6 settembre, 300 dollari a settimana a chi è disoccupato. Uno studio della Columbia University ha stimato che gli aiuti potranno ridurre la povertà infantile di circa un terzo entro la fine dell’anno. Previsto anche un aumento del credito di imposta, così come aiuti alimentari combinati all’assistenza per il pagamento di affitti e mutui. Gli americani che guadagnano fino a 80mila dollari l’anno ne riceveranno 1.400. Sono 350 i miliardi di dollari destinati alle infrastrutture: prevista la ristrutturazione di ponti, strade, fognature. Tra le priorità anche l’installazione della banda larga nelle aree rurali.

Criticità – Il Wall Street Journal condanna il piano definendolo “Covid Welfare State”. Disincentivare la ricerca di un lavoro e aumentare l’instabilità finanziaria: queste le perplessità dell’ala repubblicana che ha espresso 211 voti contrari. Storcono il naso anche i progressisti: è infatti naufragata in Senato l’idea di portare il salario minimo da 7,5 a 15 dollari l’ora. Biden si dice «deluso», ma afferma che sarà fatto tutto il possibile affinché «nessuno debba lavorare a tempo pieno e vivere in povertà».