Era appesa a un filo, a un singolo voto di maggioranza al Senato, e ora sembra che quel filo sia stato tagliato. La riforma di investimenti pubblici Build Back Better del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, al momento non può passare. Dopo settimane di negoziati, il senatore democratico del West Virginia, Joe Manchin III, ha annunciato domenica 19 dicembre il suo voto contrario al piano. Al Senato, dove siedono al momento 50 democratici e 50 repubblicani, la riforma sarebbe stata approvata solo grazie al voto favorevole della vicepresidente, Kamala Harris, che è anche presidente del Senato. Senza Manchin, da sempre contrario alle misure ambientaliste previste dalla legge e all’aumento della pressione fiscale sui redditi più elevati necessario per finanziarle, Build Back Better non ha futuro.

Le riforme di Build Back Better – Anche se già ridotto nella portata quest’autunno, il piano Build Back Better è un programma di investimento pubblico imponente, con una spesa prevista di quasi 2mila miliardi di dollari. Nella riforma di Biden, già approvata dalla Camera, sono previsti sussidi per le famiglie, con 109 miliardi per finanziare asili gratuiti e altri 276 per limitare le spese annue per la cura dei figli entro il 7% del reddito per le famiglie meno abbienti. Non solo: per la prima volta, sarebbero introdotte quattro settimane di congedo retribuito per motivi famigliari o di salute. Build Back Better contiene anche delle misure per ridurre i costi dell’assistenza sanitaria: avrebbe introdotto un sistema di controllo federale sul prezzo di alcuni farmaci (limitando a un massimo di 35 dollari quello dell’insulina) e offerto sussidi per pagare l’assicurazione medica. Il programma prevede anche una spesa di 25 miliardi per abitazioni a prezzi accessibili, oltre che investimenti per ridurre le spese per le mense scolastiche e aiutare gli studenti a pagare le tasse universitarie. E, soprattutto, contiene un investimento di 570 miliardi di dollari per far fronte al cambiamento climatico, con bonus per l’acquisto di mezzi elettrici o l’installazione di pannelli solari.

Il no di Manchin – Ma questi investimenti sono stati giudicati troppo ingenti da Manchin, che ha parlato del rischio che contribuiscano ad aumentare ulteriormente l’inflazione. Il democratico centrista del West Virginia ha annunciato il suo no alla legislazione di Biden durante un’intervista sul canale conservatore Fox News. «Non posso votare in favore di questa legge – ha detto Manchin – ho provato a fare tutto ciò che era umanamente possibile, ma non ci posso arrivare, questo per me è un no». Del resto, non è la prima volta che il senatore dimostra di essere fuori sincrono con il resto dei democratici: uno dei membri più socialmente conservatori del partito, nel 2018 ha votato a favore del giudice della Corte suprema nominato da Trump, Brett Kavanaugh. La mossa di Manchin, rappresentante di uno Stato la cui economia si è retta per decenni sull’industria del carbone, ha provocato l’ira di tutta l’ala più progressista del partito. In molti hanno lamentato la scelta strategica di separare il voto su Build Back Better da quello sul piano bipartisan per le infrastrutture: «Lo abbiamo detto per settimane – ha dichiarato in un’intervista la deputata del Missouri, Cori Bush, – tenere insieme [i due voti] era l’unica leva che avevamo per negoziare» con repubblicani e centristi. Ma anche fra i moderati non sono mancate critiche nei confronti del senatore: la deputata democratica della Virginia, Abigail Spanberger, ha detto in una nota che «dopo mesi di negoziati, un senatore democratico degli Stati Uniti ha ora sommariamente abbandonato i negoziati produttivi», definendo «inaccettabile» il comportamento di Manchin. Dura anche la reazione della Casa Bianca, che aveva investito molte energie nel cercare di assicurarsi il sostegno del senatore, invitato in autunno nella residenza personale di Joe Biden in Delaware. La portavoce Jen Psaki ha scritto in una lunga dichiarazione che le parole di Manchin a Fox News rappresentano «un’improvvisa e inspiegabile inversione della sua posizione, e una violazione dei suoi impegni nei confronti del presidente e dei colleghi del senatore alla Camera e al Senato».

Il futuro di Build Back Better – Il futuro delle riforme di Biden è ora incerto. Fra i progressisti, si spinge per votare immediatamente la legislazione al Senato, in modo da costringere Manchin a prendere una posizione impopolare per una grossa fetta del suo elettorato o a cedere, approvando Build Back Better senza ulteriori tagli. Lo hanno auspicato in queste ore la deputata del Massachusetts, Ayanna Pressley, e il senatore indipendente del Vermont, Bernie Sanders. La Casa Bianca però ha già fatto sapere che il voto sul piano sarà rimandato a gennaio 2022: c’è tempo in questo modo per venire incontro alle richieste del senatore 73enne della West Virginia, che in questo momento è l’uomo più potente d’America.