Le pagine inedite del libro firmato dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Bolton potrebbero aggravare la posizione del presidente Usa Donald Trump, al momento sotto impeachment. In particolare, nelle bozze del volume si legge che il Tycoon disse di voler tenere fermi gli aiuti militari all’Ucraina fino a che Kiev non lo avesse aiutato ad indagare sul figlio di  Joe Biden, uno dei suoi possibili rivali nelle elezioni 2020, e sui democratici Usa. Sarebbe una conferma di quel “do ut des” finora sempre negato dal presidente. L’accusa nel processo, guidata dal democratico Adam Schiff, ha definito la rivelazione “esplosiva”: ora, è richiesta la testimonianza di Bolton.  Per ottenerla, serve il voto di almeno 4 senatori repubblicani.

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton

Agosto – La rivelazione si legge sul New York Times, che riporta il contenuto delle bozze del libro in questione. Agosto 2019: Trump e Bolton sono impegnati in una conversazione. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale si rivolge al presidente con toni preoccupati per il ritardo nella consegna di circa 391 milioni di dollari che, previa approvazione del congresso, erano stati destinati all’Ucraina. Trump replica: preferisce non mandare la somma di denaro fino a quando non sarà avvenuta la consegna, da parte di Kiev, di tutti i documenti riguardanti le indagini russa sui Biden e sui sostenitori di  Hillary Clinton in Ucraina, facendo riferimento – continua il NYT – a teorie infondate e affermazioni promosse da Rudolph W. Giuliani, avvocato personale di Trump(nonché ex sindaco di New York). Secondo Bolton, il Segretario di Stato Mike Pompeo e il Segretario della Difesa Mark T. Esper fecero pressioni perché i fondi venissero rilasciati nei tempi previsti, senza ottenere successo: il presidente respinse i loro pareri avanzando critiche contro l’Ucraina, fra cui il sostegno di alcuni ucraini a Hillary Clinton nelle elezioni del 2016.

Il presidente della commissione intelligence della Camera Adam Schiff

Giuliani – A proposito di Giuliani: Bolton ha anche scritto di essere molto preoccupato dalla sua figura e di aver avvisato gli avvocati della Casa Bianca che avrebbe potuto usare il suo lavoro di rappresentanza del presidente come una sorta di leva per aiutare i suoi clienti privati. Fra gli altri nomi cui l’ex consigliere per la sicurezza fa riferimento nel suo libro c’è anche il Procuratore Generale William P. Barr: anche lui sarebbe stato preoccupato dall’influenza esercitata da Giuliani sul presidente, in particolare dopo la telefonata del 25 luglio con il capo di governo ucraino Volodymyr Zelensky. Barr ha negato tutto tramite un portavoce. Analoga la perplessità sull’avvocato da parte di Mike Pompeo, secondo il quale – stando a Bolton – la compagna di diffamazione orchestrata da Giuliani ai danni di Marie Yovanovitch, ex ambasciatrice Usa in Ucraina rimossa a maggio, non aveva basi.

Bolton – L’ex consigliere ha dichiarato di essere disponibile a testimoniare in aula durante in processo, ma la Casa Bianca gli ha ordinato di non cooperare con l’impeachment in alcun modo. In ogni caso, le rivelazioni di Bolton segnano un punto di non ritorno nel processo, che potrebbe durare fino a febbraio nel caso in cui il Senato autorizzasse Bolton a parlare.