Wilson ammanettato alla stazione di polizia (foto New York Post)

In manette a sette anni. La polizia americana non perdona neppure i bambini. E’ successo a dicembre, ma la notizia emerge solo ora. Wilson, a soli sette anni, è stato interrogato per dieci ore dalla polizia di New York. L’accusa, poi ritirata, era di aver rubato una banconota da cinque dollari a un compagno.

Il bambino è stato prelevato dalla scuola, nel Bronx, durante la lezione. I genitori ora si ribellano e fanno causa alla polizia della Grande Mela. «Wilson è stato ammanettato, oggetto di abusi verbali, fisici ed emotivi e minacciato, umiliato, imbarazzato e diffamato», si legge nella denuncia.

«Non avrei mai immaginato che la polizia potesse fare ciò a un bambino», ha detto la mamma del piccolo, che ha sporto denuncia chiedendo un risarcimento danni di 250 milioni di dollari. Secondo la versione dei genitori, la banconota era caduta a terra e un terzo bambino l’aveva presa: così Wilson sarebbe stato accusato ingiustamente di averla rubata.

La polizia sostiene che la famiglia del bambino abbia «distorto enormemente» i fatti, ma ha aperto un’inchiesta sul comportamento dell’agente responsabile del caso. L’allarme è stato dato «per rapina e rissa», ha chiarito un portavoce della polizia al New York Post, che si è occupato dell’accaduto. E la «reclusione» del ragazzino sarebbe durata due ore e non le quattro di cui parla la madre. Wilson sarebbe stato trattato come qualunque altro minore sospettato di reato.

Un altro scolaro, intervistato dal Daily News, descrive Wilson non come la vittima di un «errore giudiziario» bensì come un vero e proprio «bulletto» prepotente e per nulla amato dai compagni di scuola. «Mi insulta e mi prendere regolarmente a calci – si è sfogato il compagno – e mi auguro che le manette non gliele tolgano mai».

Silvia Morosi