Nella “più grande democrazia del mondo” si cerca di limitare il diritto di voto: meno voti per posta, più schede annullate e misure che ostacolano le minoranze. Stando ai dati del Brennan Center for Justice, da novembre il Partito Repubblicano negli Stati Uniti ha proposto 253 leggi per rendere il voto più difficile in 43 Stati.

Il caso delle Georgia – In Georgia, per evitare che si ripetano i risultati del 2020, è stata avanzata una proposta di legge per ostacolare il voto per posta. Il Senato dello Stato, a maggioranza repubblicana, vuole mettere fine alla legge che non prevede giustificazioni per utilizzare questa modalità, consentendo il voto per corrispondenza solo alle persone maggiori di 65 anni o a quelle con una motivazione approvata dallo Stato. Ironicamente, erano stati proprio i membri del GOP georgiano a implementare la legge nel 2005 e i Democratici a opporsi per paura di frodi elettorali. Dopo oltre un milione e 300mila voti espressi per posta – la maggior parte a favore di Joe Biden -, la situazione si è ribaltata. Solo altri 16 Stati negli Usa richiedono una motivazione per poter votare per posta.

L’Arizona contro gli Stati Uniti – Se possibile, dall’Arizona è in atto un attacco che metterebbe ancora più a rischio il diritto di voto. Si tratta del caso Brnovich v. Democratic National Commitee (DNC). In Arizona, infatti, sono state approvate due leggi che, secondo la Corte d’Appello dello Stato, violano la sezione 2 del Voting Rights Act – nella quale si impone il divieto di leggi che si traducono in disuguaglianze razziali nel sistema elettorale statunitense. Una delle leggi dello Stato del Sud impedisce di raccogliere i voti per posta a chi non sia un postino o un familiare; l’altra annulla automaticamente tutte le schede che non siano state depositate nel seggio giusto. Secondo Mark Brnovich, Procuratore generale dell’Arizona, le leggi proposte limitano il voto di tutti e non solo di qualcuno, ma il DNC sostiene che questo sia vero soltanto sulla carta e non nella realtà. Dopo la sentenza della Corte, Brnovich ha fatto ricorso alla Corte Suprema che si esprimerà verosimilmente entro l’estate.

Un problema politico – Come è noto, però, i giudici della Corte Suprema negli Stati Uniti sono nominati del presidente di turno – e poi approvati dalle Camere. Grazie alla nomina in corner della giudice “originalista” Amy Coney Barrett, la Corte ha adesso una maggioranza assoluta di sei giudici conservatori su nove. Questa situazione potrebbe favorire una revisione della sezione 2 del Voting Rights Act. Proprio mentre al Congresso si sta discutendo, su proposta dei Democratici, di far ridisegnare i distretti elettorali da commissioni indipendenti valutate dai Governatori e scelte sui criteri chiari. E, ancora, mentre i democratici stanno valutando la possibilità di estendere il voto anche ai cittadini di 16 anni (ora l’età minima è 18) – proposta presentata dalla deputata Dem Ayanna Pressley e, al momento, respinta con 125 voti a favore e 302 contrari.

Voter suppression, una cosa per bianchi – La cosiddetta voter suppression, o soppressione del voto, indica l’insieme delle procedure che impediscono ai cittadini statunitensi di partecipare liberamente alle elezioni. Si tratta di un problema storico negli Stati Uniti, soprattutto per le minoranze e per le persone più marginalizzate. Alcune leggi, infatti, rendono più complicato – o apertamente impossibile – per queste categorie esprimere il proprio diritto al voto. Tra i casi più eclatanti, quello di milioni di persone incarcerate o che hanno subito condanne penali, private in quasi tutti gli Stati del diritto di voto. Il problema, però, è molto più radicato di quanto si pensi e ha una radice razziale.

Dopo anni di progressi sul fronte dei diritti civili e delle minoranze, il Partito Repubblicano ha impostato la sua strategia elettorale sul tentativo di recuperare il voto dell’elettorato bianco, in particolare di quello razzista e di quello degli Stati del Sud. Il GOP ha costruito la sua identità, soprattutto negli ultimi anni, su questa contrapposizione che, alle urne, può pagare. L’elettorato bianco è ancora maggioritario ma la società sta diventando sempre più multiculturale: fare di tutto per impedire che le minoranze esprimano le loro preferenze è questione di sopravvivenza politica. Così strumenti come il gerrymandering, le leggi per l’identificazione degli elettori (ID laws) e altri vengono implementati sempre più spesso. Ma, finora, non si era mai creata una congiunzione tanto favorevole per i Repubblicani: da una parte, una fetta consistente dell’elettorato del GOP è convinta che i diritti dei bianchi siano in pericolo – ed è quella disposta a tutto, come abbiamo visto nell’assalto di Capitol Hill; dall’altra, la Corte Suprema è a trazione conservatrice e lo sarà, verosimilmente, ancora per molto tempo.