«Un vecchio detto sui leader dice: se nessuno ti segue più devi solo alzare i tacchi. Liz, adesso devi solo alzare i tacchi!». Sono parole dure quelle che il Partito Repubblicano ha rivolto a Liz Cheney, dopo la rimozione dall’incarico di presidente del gruppo dei deputati del Great Old Party. L’estromissione dai vertici del partito conservatore americano della numero tre alla Camera è arrivata per le critiche della deputata a Donald Trump dopo l’attacco a Capitol Hill e il voto di impeachment. Una vicenda che conferma la fedeltà dei repubblicani all’ex presidente.

Il personaggio e il primo voto Liz Cheney, al Congresso come rappresentante del Wyoming dal 2016, è stata alla presidenza del gruppo repubblicano alla Camera a partire dal 2018. Figlia di Dick Cheney, ex vicepresidente di George W. Bush, è tra le figure femminili più influenti dell’ala conservatrice, nonché “falco” in politica estera già sotto l’amministrazione Bush. Dopo l’attacco a Capitol Hill, la deputata aveva preso posizione contro Donald Trump: aveva accusato l’allora presidente di aver innescato la sommossa e quindi annunciato il suo sostegno all’impeachment. Ciò le era costato un primo voto di rimozione dall’incarico alla Camera già il 3 febbraio 2021. Con solo 61 voti a favore, era riuscita a mantenere la carica.

Il secondo voto – Non è però riuscita a sfuggire al secondo voto segreto, avvenuto il 12 maggio. A nulla è servito il discorso tenuto poche ore prima, in cui la deputata ha rinnovato le accuse all’ex presidente e sfidato il Partito. «Restando in silenzio e ignorando la menzogna si incoraggia il bugiardo», ha denunciato. «Ma io non parteciperò a questo. Non siederò per guardare in silenzio, mentre altri guidano il nostro partito verso una strada che abbandona lo stato di diritto e si unisce alla crociata dell’ex presidente per minare la nostra democrazia». Così Cheney ha attaccato ancora una volta la narrativa trumpiana delle “elezioni rubate”, che avrebbe causato l’assalto del 6 gennaio, e il supporto incondizionato dei repubblicani. La fazione trumpiana ha però prevalso, sebbene almeno un centinaio di repubblicani si siano dichiarati contrari e abbiano annunciato una scissione interna del Partito. Rilanciata da Cheney: «Farò qualunque cosa è nelle mie possibilità per evitare che l’ex presidente Donald Trump possa di nuovo avvicinarsi allo Studio Ovale», ha assicurato, spiegando come intenda «guidare questa battaglia per creare un partito repubblicano più forte in un futuro senza Trump». Mentre l’addio di The Donald è stato: «Una leader mediocre, un importante argomento di conversazione democratico, una guerrafondaia, una persona assolutamente senza personalità o cuore».

L’ala trumpiana – Donald Trump è ancora alla guida del Great Old Party. Non solo è riuscito a cacciare Liz Cheney, ma la rimpiazzerà con la deputata Elise Stefanik, 36 anni, fidata dell’ex presidente, che si è candidata formalmente all’incarico promettendo «disciplina e unità». Inoltre secondo uno degli ultimi sondaggi (28 febbraio 2021), Trump sarebbe il candidato ideale per le presidenziali del 2024, mentre i repubblicani schierati dalla sua parte risultano oggi i più popolari.