È scattata l’ora degli arresti in Venezuela. Nella notte italiana tra l’8 e il 9 maggio le forze del Servizio bolivariano di intelligence (Sebin) hanno portato in carcere Edgar Zambrano, deputato dell’Assemblea Nazionale – nonché vicepresidente della stessa – per il suo coinvolgimento nel tentato colpo di Stato del 30 aprile. L’ha reso noto il presidente autoproclamato Juan Guaidó, che ha denunciato l’operazione come un tentativo del governo di Nicolás Maduro di «disintegrare il potere che rappresenta tutti i venezuelani».
La denuncia di Guaidò – L’autoproclamatosi presidente ad interim ha subito lanciato l’allarme all’indirizzo del popolo venezuelano e della comunità internazionale con una serie di tweet che denunciavano il «sequestro» di Zambrano. Secondo la ricostruzione dell’evento, il braccio destro di Guaidò si è rifiutato di scendere dall’auto nel momento del fermo del Sebin davanti alla sede di Azione Democratica, il partito che si oppone al regime. Gli agenti dei servizi segreti hanno quindi deciso di portarlo prima nel loro quartier generale e poi al carcere di El Helicoide con un’autogru – con Zambrano ancora a bordo del veicolo – «violando tutti i processi e mostrando a quale autoritarismo obbediscono». Guaidò ha anche denunciato il tentativo della dittatura di Maduro di «influenzare l’unica istituzione democratica legittimata dal voto popolare» e ha ricordato di come avesse già «ipotizzato la persecuzione politica e la minaccia tipica delle dittature militari».
Alertamos al pueblo de Venezuela y la comunidad internacional:
El régimen secuestró al primer vicepresidente de la @AsambleaVE @edgarzambranoad.
Intentan desintegrar el poder que representa a todos los venezolanos, pero no lo van a lograr. pic.twitter.com/pA7vvV2nbu
— Juan Guaidó (@jguaido) 8 maggio 2019
La dictadura ha secuestrado al Vicepresidente de la @AsambleaVE a manos de su policía política. Llegaron al absurdo de llevárselo en una grúa, a bordo de su vehículo, violando todos los procesos y exhibiendo el autoritarismo al cual obedecen.
— Juan Guaidó (@jguaido) 9 maggio 2019
L’accusa e la reazione Ue – Zambrano è uno dei 10 deputati a cui l’Assemblea Costituente – controllata dal presidente Maduro – ha revocato l’immunità parlamentare per la partecipazione all’“Operazione libertà”, il fallito sollevamento militare lanciato da Guaidò come estremo tentativo di far cadere il governo. Il vicepresidente dell’Assemblea Nazionale era stato uno dei primi leader dell’opposizione a rispondere all’appello dell’autoproclamatosi presidente ad interim: Zambrano è stato quindi accusato di «tradimento della patria» e «istigazione all’insurrezione». Privo dell’immunità, è stato subito raggiunto dai servizi segreti, che hanno eseguito l’operazione voluta dal presidente venezuelano. L’Unione Europea, attraverso le parole dell’alto rappresentante della politica estera Federica Mogherini, ha subito preso una posizione forte: «La Ue chiede l’immediato rilascio di Zambrano e considera le autorità responsabili della sua sicurezza», perché quella operata dai servizi segreti venezuelani «è un’altra violazione flagrante della Costituzione del Paese. È un’azione a scopo politico per zittire l’Assemblea Nazionale».