Tempo scaduto. L’ultimatum dell’Europa a Maduro non ha cambiato le carte in tavola. Nessuna elezione in vista e così l’appoggio annunciato da undici paesi europei al Presidente autoproclamato Juan Guaidó è diventato ufficiale. Per Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Austria, Olanda, Danimarca, Svezia, Portogallo, Lituania e Lettonia è lui il Presidente in carica. Nessuna novità dall’Italia, che resta neutrale.

L’Europa – «Il popolo è in strada, il popolo vuole il cambiamento» ha commentato stamani il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ufficializzando la decisione. Gli hanno fatto eco Spagna, Germania, Austria, Olanda e Gran Bretagna. Il ministro inglese, Jeremy Hunt, si è accodato all’Europa in questo frangente auspicando che la decisione «porti più vicini alla fine di questa crisi umanitaria».

Nessuna elezione in vista – Il presidente Maduro però tiene la posizione e respinge qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate. «Non retrocediamo di un millimetro nel garantire la stabilità e la felicità del popolo venezuelano», ha scritto in un messaggio via Twitter. E poi ammonisce gli Stati Uniti e il presidente Trump: «Se ci attaccherà, la Casa Bianca si macchierà di sangue». L’erede di Chavez ha dalla sua l’appoggio politico di Russia e Cina. «Usare la forza mina i principi di base del diritto internazionale», hanno fatto sapere dal Cremlino. «L’imposizione di qualsiasi soluzione o il tentativo di legittimare il tentativo di usurpazione del potere», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, «è, a nostro avviso, interferenza diretta negli affari interni del Venezuela».

L’Italia – Più ambigua la situazione dell’Italia, che due giorni fa ha posto il veto al riconoscimento di Maduro da parte dell’Ue contro il parere favorevole di 27 Stati membri. Il caso del Venezuela ha diviso la maggioranza di Governo: se la Lega ha espresso il sostegno alla causa degli insorti, il Movimento 5 Stelle si è dimostrato più restio e in alcuni casi ha condannato l’ultimatum. Guaidó, in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera, si è appellato all’Italia chiedendo al paese di riconoscerlo. Critica l’opposizione del Pd, che nelle parole di Piero Fassino parla di «posizione ambigua e opportunista» e invita il governo a schierarsi col resto dell’Europa.