«Le azioni di Minsk hanno rispettato pienamente le regole internazionali stabilite». È questa la dichiarazione ufficiale, riportata da Ansa, del ministero degli Esteri bielorusso in merito al dirottamento del volo Ryanair avvenuto il 23 maggio. Il Boeing 737 con destinazione Vilnius è stato intercettato da un caccia dell’aviazione bielorussa ufficialmente per motivi di sicurezza. Una volta a terra però, la polizia locale ha arrestato uno dei 171 passeggeri a bordo, Roman Protasevich, oppositore in esilio del governo di Aleksander Lukashenko.

La ricostruzione – Il volo FR4978 era partito dall’aeroporto di Atene alle 09:28. Una volta sopra la Bielorussia a pochi chilometri dalla Lituania, ha virato verso Minsk, come mostrano i tracciati delle piattaforme che monitorano le rotte aeree. Il Boeing è stato affiancato da un caccia Mig 29 alle 11:47 ed è atterrato nella capitale bielorussa alle 12:21. Lukashenko ha ordinato di persona che il volo venisse scortato a causa di un allarme bomba. Ma al momento del dirottamento, Vilnius distava solo 73 chilometri, mentre Minsk 160. In una nota inviata al Corriere della Sera, Ryanair ha spiegato: «L’aereo è atterrato in sicurezza e i passeggeri sono stati fatti sbarcare per consentire i controlli, ma a bordo non è stato trovato nulla».

L’arresto – Come riportato da Tadeusz Gizcan, direttore di Nexta, il più grande canale Telegram indipendente dal governo di Minsk, alcuni agenti del Kgb (il servizio segreto bielorusso) sono saliti ad Atene sullo stesso volo di Protasevich. Appena entrati nello spazio aereo bielorusso hanno iniziato una rissa col personale di volo sostenendo che a bordo fosse presente un esplosivo e costringendo i piloti a lanciare l’Sos. Subito dopo l’atterraggio, i servizi di sicurezza hanno arrestato l’oppositore del leader Lukashenko, che ora rischierebbe 15 anni di carcere o addirittura la pena di morte, in quanto inserito nella lista nera del terrorismo.

Il racconto dei passeggeri – «Ha iniziato a farsi prendere dal panico e a dire che era per colpa sua se l’aereo veniva dirottato», ha raccontato Monica Simkiene parlando di Protasevich, una donna di 40 anni anche lei a bordo del volo. «Era nervoso all’inizio – spiega un altro passeggero di nome Mantas – ma poi si è reso conto che non poteva farci niente, si è calmato e lo ha accettato». Altri hanno raccontato di aver visto il giovane oppositore svuotare le valige e consegnare degli oggetti alla compagna, anche lei successivamente arrestata. «Non urlava, ma se l’oblò fosse stato aperto sarebbe saltato», ha aggiunto Edvinas Dimsa, un altro viaggiatore.

L’oppositore – Roman Protasevich, 26 anni, è giornalista e fondatore di Nexta. Il canale Telegram era stato dichiarato estremista dal governo di Minsk, dopo che l’anno scorso era stato utilizzato per promuovere le proteste contro la rielezione di Lukashenko. In esilio dal 2019, dal 5 novembre 2020 su Protasevich pendono le accuse di «organizzatore di sommosse di massa, di azioni che violano gravemente l’ordine pubblico e incitamento all’inimicizia sociale basata sull’affiliazione professionale». Nello stesso periodo è stato inserito dal Kgb nella lista del terrorismo bielorusso.

Le reazioni – Immediate le reazioni internazionali. Gli Stati Uniti d’America hanno condannato duramente l’accaduto e richiesto il rilascio di Protasevich, così come il presidente della Lituania Gitanas Nauseda, che sui suoi profili social ha scritto: «Il regime bielorusso è dietro questa azione abominevole. Chiedo urgentemente di liberare Protasevich!». Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha preteso via Twitter «spiegazioni immeddiate» e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha definito il fatto «assolutamente inaccettabile». Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva chiesto l’immediato rilascio di tutti i passeggeri, compreso Protasevich. La leader in esilio dell’opposizione bielorussa, Svetlana Tikhanovskaya, ritiene necessaria un’indagine dell’Icao (l’organizzazione internazionale dell’aviazione civile). Su Twitter, la dissidente ha spiegato che Protasevich «ora rischia la pena di morte» e ha chiesto «l’applicazione di sanzioni contro la Bielorussia». All’aeroporto di Vilnius si sono presentati anche molti attivisti, muniti di bandiere dell’opposizione bielorussa e di cartelli con scritte come «Io sono Roman Protasevich». Uno di loro, Aleksandr Glachkov ha dichiarato: «Dobbiamo mostrare la nostra solidarietà per evitare di essere spezzati uno per uno».