La febbre Dengue è la nuova, ennesima piaga per la popolazione yemenita stremata dalla guerra. La malattia infettiva tropicale, trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, nel 2019 ha causato ben 192 morti, di cui 78 bambini sotto i 16 anni di età. I casi sospetti nell’anno passato hanno oltrepassato la soglia dei 6000 nella sola città di Hodeidah e la situazione rischia di aggravarsi sempre di più. Secondo quanto riportato da Save the Children, esiste la concreta possibilità per cui possa scoppiare un’epidemia nel Paese arabo, con un numero di casi sospetti oltre i 52mila. Numeri enormi e tragici: lo Yemen è ancora lacerato dal conflitto al suo interno scoppiato nel marzo del 2015 e l’attuale sistema sanitario e ospedaliero non è in grado di fronteggiare quest’emergenza.
La situazione – La diffusione delle zanzare è causata dall’impossibilità di approvvigionamento di acqua pulita. L’aumento delle piogge e la persistenza della guerra stanno obbligando i cittadini a rifornirsi presso bacini idrici scoperti in cui si deposita l’acqua piovana, facendo così aumentare a dismisura la presenza della zanzara Aedes. Quasi tutti i governatorati del Paese sono soggetti a quest’emergenza, ma le conseguenze più critiche le stanno pagando le regioni attorno alle città di Hodeidah e Aden, che nel complesso hanno registrato oltre il 60% dei casi totali. A testimoniare la gravità del contagio le parole di Mariam Aldogani, responsabile di Save the Children a Hodeidah: «Io stessa ho contratto il virus. Riceviamo la notizia di almeno un decesso ogni giorno. Le nostre strutture sono attive 24 ore al giorno e una di queste ha accolto 30 casi in un solo giorno, per la maggior parte bambini». Ma le sole strutture dell’organizzazione non sono sufficienti in uno Stato che, da quasi 5 anni, è al centro della più grande crisi umanitaria mondiale, così come ha denunciato l’Onu. Oltre la metà degli ospedali statali è inutilizzabile o funzionante solo in parte, colpita da attacchi aerei e combattimenti. La mancanza di posti letto, personale qualificato e medicinali è un problema diffuso. Le scene di persone malate costrette a sdraiarsi sui pavimenti degli ospedali sono sempre più abituali e le poche medicine disponibili non sono facilmente acquistabili dalla popolazione locale, già decimata, oltre che dagli episodi bellici, dalla malnutrizione e da una precedente epidemia di colera con oltre 2 milioni di casi sospetti tra ottobre 2016 e agosto 2019.
La malattia – Il virus Dengue, endemico delle fasce tropicali, si manifesta con febbre, forte mal di testa, eruzioni cutanee simili a quelle del morbillo, dolori orbitali, articolari, muscolari e, talvolta, con crisi respiratorie. Può evolversi in febbre emorragica con conseguente shock circolatorio e morte. Una vaccinazione efficace non è ancora stata trovata e l’unico modo per combattere la malattia è prevenire le punture di zanzare, il requisito principale che sta venendo meno in Yemen. Per evitare la diffusione della malattisa, le persone contagiate dovrebbero essere isolate in stanze con zanzariere e attendere che finisca lo sfogo febbrile. Come medicinali, è sconsigliato l’uso di antinfiammatori non steroidei come l’Aspirina (FANS) per il rischio di sanguinamento, mentre è consigliato l’uso del paracetamolo.
La guerra in Yemen – Nel frattempo, prosegue senza tregua la guerra civile tra i gruppi ribelli houthi, appoggiati dall’Iran, e l’ex presidente yemenita Abdel Rabbo Mansour Hadi, appoggiato dall’Arabia Saudita. L’ultimo capitolo è stato registrato il 19 gennaio, in una moschea nella provincia di Marib, con un sanguinoso attacco houthi contro le truppe governative. Il lancio di un missile e un drone sull’edificio ha causato oltre 100 morti e decine di feriti. Il portavoce dell’esercito, Abdou Majli, ha già annunciato la risposta: «Sarà spietata».