Con gli Usa o senza gli Usa, insieme o da soli. Al summit di domenica a Londra vanno in scena due differenti visioni dell’Europa. La sintesi la trova Ursula Von del Leyen: «dobbiamo riarmarci con urgenza». Nell’attesa di atti concreti, «ognuno di noi sarà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario», ha sottolineato il premier britannico Keir Starmer introducendo l’atteso incontro tra i Paesi europei più Turchia e Canada sul futuro dell’Ucraina.
Nel primo evento internazionale dopo il duro scontro verbale andato in scena venerdì alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, il clima iniziale è disteso e il presidente ucraino viene accolto dagli abbracci dei leader europei. Conclusi i convenevoli, dai delegati in riunione è emersa la proposta di Francia e Gran Bretagna: un mese di tregua per preparare «l’accordo finale che dovrà coinvolgere la Russia, non uno debole come quello di Minsk che Mosca ha potuto violare facilmente. Il nuovo deve essere sostenuto con la forza», spiega Starmer.

L’Europa da sola – La proposta anglo-francese divide i presenti, soprattutto sulla «coalizione di volenterosi» che dovrebbe sostenere con la forza l’ipotizzato accordo di pace. Alla fine, lo stesso premier inglese ammette che non tutte le nazioni vogliono dare un contributo militare, ma questo, sostiene, «non significa che dovremo restare a guardare». Nella discussione traspare il punto di vista francese che rivendica un ruolo autonomo dell’Unione Europea rispetto alle mosse dell’amministrazione americana. In un’intervista al Foglio, il presidente Emmanuel Macron ribadisce la posizione e prova a coinvolgere Roma: «stiamo cercando di muovere noi le cose, abbiamo bisogno dell’Italia forte. Nel concerto delle grandi nazioni, è necessario che sia al nostro fianco sulla scia di quanto fece Draghi».

L’Europa e gli Usa – Sul fronte opposto, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni si è fatta promotrice dell’unità e ha affermato che farà di tutto per «tenere unito l’occidente». Un ruolo di cerniera tra Europa e Usa che riconosce l’importanza strutturale delle relazioni transatlantiche e pensa, in prospettiva, a un intervento comune, magari sotto il cappello delle Nazioni Unite. Nel pomeriggio è arrivato anche l’appoggio polacco con il premier Donald Tusk che invita al realismo e all’unità sostenendo: «la proposta della premier italiana per un vertice Ue-Usa».

Riarmo urgente – Le posizioni per ora restano distanti e il vertice si è chiuso con un generico sostegno alla «necessità di una pace duratura». In serata, l’intervento della presidente della Commissione Ue Ursula Von del Leyen è stato l’unico a prospettare un aspetto del futuro che sembra mettere d’accordo tutti: europeisti o atlantisti, l’Europa deve «riarmarsi urgentemente».