Mosca continua ad avanzare nel Donbass e l’Occidente continua a inviare aiuti militari all’Ucraina. Ma dopo 500.000 tra morti e feriti e oltre 10 milioni di sfollati, il conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe essere giunto a una svolta. Per la prima volta, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato la sua disponibilità a negoziare direttamente con il presidente russo Vladimir Putin.
«È un assassino e un terrorista. È un dato di fatto. Ma ci parleremo. Non è già un compromesso?», ha detto Zelensky, aggiungendo: «Se i nostri alleati credono che dobbiamo passare alla via diplomatica devono esserci gli Stati Uniti d’America, l’Europa, l’Ucraina e la Russia».

La reazione di Mosca – Il Cremlino non ha escluso una trattativa con Kiev ma il portavoce Dmitry Peskov ha sottolineato: «Il signor Zelensky ha grossi problemi in termini di legittimità, ma nonostante questo la parte russa rimane aperta ai negoziati». Uno dei nodi di queste ultime settimane è infatti quello delle mancate elezioni in Ucraina, che si sarebbero dovute tenere a maggio scorso ma che sono state cancellate dall’imposizione della legge marziale. Un voto su cui ha insistito non solo Mosca, ma anche Washington.

Rapporti tra Usa e Russia – Keith Kellogg, l’inviato speciale di Donald Trump per il conflitto in Ucraina, ha annunciato che discuterà con gli alleati le proposte del presidente americano per mettere fine alla guerra in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in programma dal 14 al 16 febbraio. Il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha sottolineato che Mosca ha riconquistato il suo posto nella scacchiera mondiale, vanificando i piani dell’amministrazione Biden, che puntavano a una «sconfitta strategica». Secondo Ryabkov, gli Stati Uniti devono ora compiere il primo passo per la normalizzazione dei rapporti bilaterali basandosi sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza.

Le repliche dall’Europa – Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha accolto con soddisfazione le parole del leader ucraino, esprimendo la speranza che il 2025 sia l’anno della pace. Dall’Unione Europea, invece, la reazione è stata silenziosa. Bruxelles non ha commentato le dichiarazioni di Zelensky, ma nelle stesse ore ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia, il sedicesimo, e la volontà di istituire un Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina. «Nessuno è intoccabile, questo è il messaggio che lanciamo alla Russia», ha dichiarato Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Gli scontri sul campo continuano – Questa apertura al dialogo arriva in un momento in cui le forze russe sono avanzate nella regione del Donetsk e in seguito ai recenti attacchi su Kharkiv e Poltava. Nel frattempo, la Russia ha annunciato l’abbattimento di 28 droni ucraini in diverse regioni del Paese e sul Mar d’Azov. Nelle ultime ore, un attacco ucraino nella regione russa di Belgorod ha provocato la morte di tre civili, tra cui due ragazze di 14 e 18 anni. Il governatore Vyacheslav Gladkov ha riferito che un drone ucraino ha sganciato un ordigno su un’auto nel villaggio di Logachevka, nel distretto di Valujskij. Intanto, sul fronte occidentale, la Francia ha consegnato i primi caccia Mirage 2000 all’Ucraina. Questi velivoli, equipaggiati con sistemi elettronici di autodifesa e modificati per missioni aria-terra, rappresentano un ulteriore rafforzamento dell’arsenale di Kiev. Dopo l’arrivo degli F-16, l’introduzione dei Mirage 2000 potrebbe incidere significativamente sugli equilibri del conflitto, in quanto equipaggiati con sistemi elettronici di autodifesa che consentiranno missioni aria-terra più efficaci.