«I nostri musei sono eccellenze nel mondo: il Pirelli Hangar Bicocca e la Fondazione Prada hanno appena vinto il Global Fine Art Award di New York per due grandi mostre del 2018». Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha aperto la conferenza di presentazione della nuova edizione della Milano Art Week, l’iniziativa per l’arte moderna e contemporanea che animerà la città dal 1 al 7 aprile con inaugurazioni, visite guidate e aperture straordinarie.

Arte e riqualificazione – I due musei, che hanno battuto istituzioni come la Tate Modern, il Guggenheim e il Moma, sono importanti anche perché nascono in zone ex-periferiche. «Grazie a questi poli aree della città prima dismesse vivono un nuovo momento» ha sottolineato Sala, ricordando che è anche per questa attenzione all’integrazione geografica che i turisti che vengono a Milano sono passati da 5 a 8/9 milioni all’anno. «La Milano Art Week riflette la città che cambia e diventa sempre più multicentrica» ha ripreso l’assessore alla Cultura Filippo del Corno. «È una rappresentazione della città in mappa, mostra le connessioni e i nuovi poli di interesse» ha detto sfogliando la cartina delle sedi degli eventi. Anche iniziative come l’Art Night (il 6 aprile) e la performative art rendono tutta la città accessibile e riqualificano aree poco frequentate di notte.

Palinsesto diffuso – La Milano Art Week coinvolgerà 45 sedi pubbliche e private (di cui 18 no profit) in collaborazione con Miart, la fiera internazionale di arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano. «La Milano Art Week non esisterebbe senza la fiera» ha detto Del Corno, a cui il direttore artistico del Miart Alessandro Rabottini ha risposto: «È Milano che rende miart possibile: è un’espressione della città che si rinnova tra inclusione e attrazione della diversità». È anche per rendere la città attrattiva, e non solo per i giovani, che verranno ospitate installazioni innovative in sedi storiche. Per dirne due la mostra Hypervisuality, che per la prima volta porterà immagini in movimento nella cornice di Palazzo Dugnani, e la performance Things That Death Cannot Destroy di Linda Fregni Nagler al Teatro dell’Arte.

La Gam apre le danze – È del maestro del divisionismo italiano Angelo Morbelli la prima mostra che anticipa l’iniziativa. La sua personale è ospitata alla Galleria di Arte Moderna (Gam) di via Palestro e curata da Paola Zatti. I cento anni dalla morte di Morbelli hanno dato l’occasione per organizzare questa esposizione (con opere da tutta Italia e dal Museo d’Orsay di Parigi). Ma non è solo per questo che l’artista è un perfetto apripista per la Milano Art Week. Zatti ha ricordato come la poetica dell’artista fosse di respiro contemporaneo, con un tono asciutto e descrittivo che potremmo aspettarci oggi. «È l’attenzione per il sociale a rendere le sue opere sia una testimonianza di contemporaneità sia un documento storico prezioso» ha riassunto Anna Maria Montaldo, direttore dell’Area Polo arte moderna e contemporanea di Milano, che comprende Museo del Novecento, Gam e Mudec.