Albertini e Ban Ki Moon, Parlamento Europeo

Albertini e Ban Ki Moon al Parlamento Europeo

Prima le liti con la Lega, ora il contrasto con il suo Pdl. Del quale – ha tuonato giovedì Gabriele Albertini – potrebbe “restituire la tessera se appoggiasse la candidatura di Roberto Maroni”. Sono giornate faticose per l’ex sindaco di Milano. La sua corsa alla presidenza della Regione Lombardia, partita forte, sta incontrando ora diversi ostacoli. Lo scenario della rottura non è più impossibile e rischia di compromettere anche le politiche nazionali del partito.

Il progetto di Albertini per la Lombardia prevedeva di riunire attorno al suo nome una grande coalizione di centrodestra. Niente primarie né partiti però, la strada passa per la lista civica. Idea sostenuta in origine dal Pdl, che però doveva ancora fare i conti con la Lega, con cui spera ancora di costruire un fronte comune alle elezioni nazionali.

Il Carroccio vuole Maroni alla guida della Regione Lombardia per costruire, assieme a Piemonte e Veneto dove già governa, una sorta di “grande Padania”. Ma Albertini, parlamentare europeo ex Forza Italia, tessera numero 216 del Pdl, non è un candidato debole: ha lasciato un buon ricordo e un’immagine pulita a Milano, di “amministratore di condominio” come gli piace definirsi, ed è avulso dalle vicende di Formigoni. Per questo il Pdl non lo ha scaricato, e anzi spera di far cadere le pretese della Lega. Ignazio La Russa lo ha fatto capire: il Pdl ha appoggiato i candidati leghisti nelle altre regioni “con la promessa che avremmo proseguito con un nostro ottimo candidato in Lombardia”.

A complicare il tutto c’è la data delle elezioni, fissate per 10 e 11 febbraio: niente Election Day con le nazionali e asse Pdl-Lega sempre più traballante. Il presidente della provincia di Milano, Guido Podestà, ammette la principale preoccupazione del Pdl: “Evitare la situazione che si è creata in Sicilia”, con due candidati del centrodestra usciti entrambi sconfitti. Per Albertini, che tira dritto e ha minacciato di lasciare il Pdl, c’è un’altra (piccola) grana: il nome della lista. “Lombardia Civica” sembrava quello giusto, ma fu registrato ad agosto 2012 da un comitato pro-Pisapia. E le giornate faticose continuano.

Francesco Giambertone