Scende la pioggia e il rischio sale. E a dover sperare in una “stagione delle piogge” clemente sono ben 6 milioni di italiani, che secondo l’ultima indagine di Legambiente e della Protezione civile sono esposte quotidianamente al pericolo di alluvioni e frane. Ma se per Veneto, Lazio e Sardegna il sistema ha mostrato le sue falle anche la Lombardia non fa eccezione. Anzi.
Pur non entrando nelle classifica con il 100 per cento dei comuni a rischio – è il caso di Calabria, Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta – il 60 per cento del suolo lombardo corre rischi seri. Contro il 56 per cento dei vicini veneti, tra i più colpiti dai fenomeni di maltempo di “portata eccezionale”.
Il dissesto idrogeologico tocca oltre 6.600 comuni italiani, l’82 per cento del totale. Un Paese puntellato da aree fragili, dove la presenza di abitazioni e impianti industriali fanno stare col fiato sospeso ogni volta che i rovesci climatici sforano le misure tollerate. In Lombardia, su 262 comuni di riferimento le industrie in aree a rischio superano il 50 per cento, e le abitazioni esposte sono ben il 74 per cento.
A capo della classifica dei comuni virtuosi, al quarto posto in Italia il comune di Castelveccana, nel Varesotto, che grazie ad un’elevata attività di manutenzione e messa in sicurezza del suolo e alle solide operazioni di allertamento e pianificazione ottiene un 9 nella pagella della protezione civile. Tra le maglie nere invece Grassobbio, nella Bergamasca, comune esposto ai rischi del Serio e con un’evoluzione demografica –una popolazione raddoppiata dagli anni ’70 ad oggi- che ha segnato il territorio.
Tra i capoluoghi Brescia, Sondrio e Varese ottengono risultati modesti, la sufficienza appena arriva a Pavia e Monza, mentre il miglior risultato è quello di Lecco. Nel Milanese tra le zone a rischio Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, San Giovanni Milanese, Peschiera Borromeo, Abbiategrasso, Rho e Pregnana Milanese.
Nel breve periodo sembra mancare una buona informazione e la preparazione della popolazione ad affrontare l’emergenza. Tra i problemi da affrontare nel lungo periodo, invece, le scelte di urbanizzazione e di edificazione in aree esposte a rischio, che ha interessato il 12 per cento dei comuni lombardi negli ultimi dieci anni.
Quanto agli interventi ordinari di protezione e prevenzione delle amministrazioni comunali, ovvero una corretta pianificazione, gli interventi di delocalizzazione di abitazioni e altri fabbricati dalle aree a rischio, nonché l’adeguamento alle norme di salvaguardia, la manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche e la redazione di piani di emergenza aggiornati, superano il 60 per cento, attestandosi nella media rispetto alle altre regioni.
Silvia Ricciardi