Tutto ruota intorno a due parole, nel dibattito dei partiti che vanno verso le regionali lombarde: civismo e primarie. Sulla prima, sembrano tutti d’accordo: Umberto Ambrosoli e Gabriele Albertini, i principali aspiranti al Pirellone finora in campo, si presentano come “candidati civici”. Persino Roberto Maroni, dopo aver ottenuto l’investitura del Consiglio federale del suo partito, vuole ripetere l’esperienza di Flavio Tosi a Verona, cioè affiancare al simbolo della Lega quello di una o più “liste civiche”.
Sul secondo concetto, le primarie, si consumano fratture e malumori trasversali. Lunedì Ambrosoli si è detto “disponibile a partecipare ad un confronto civico che allarghi la partecipazione ai cittadini lombardi”. Purché a questa esperienza non si dia il nome di “primarie” che, secondo l’avvocato, “sono dei partiti”. Non è chiaro cosa Ambrosoli abbia in mente, ma pare che si vada verso un confronto di idee e di programmi capace di uscire dal perimetro del centrosinistra. La presa di posizione di Ambrosoli non è piaciuta a molti, soprattutto agli altri candidati –Alessandra Kustermann, Roberto Biscardini, Andrea Di Stefano, Giulio Cavalli e Fabio Pizzul – che continuano a raccogliere le firme per partecipare alla competizione e, assicurano, intendono arrivare fino in fondo. Anche Giuseppe Civati, il giovane consigliere regionale del Pd che martedì, dal suo blog, ha confermato di volersi candidare alla segreteria nazionale del suo partito, ha definito l’annuncio di Ambrosoli “un errore cosmico”.
Sull’altro fronte, il confronto sulle primarie è tra Pdl e Lega: il partito di Alfano vorrebbe assorbire la frattura di Maroni e riportare la Lega nel perimetro dell’alleanza che ha governato la Regione Lombardia negli ultimi anni. Per questo, Maria Stella Gelmini e Maurizio Lupi, pur ribadendo che “Albertini resta il candidato migliore”, propongono primarie di coalizione con il Carroccio. Maroni aveva fatto sapere di essere aperto a questa ipotesi. L’ex sindaco di Milano, dal canto suo, annuncia su Twitter la sua volontà di andare avanti con la propria lista, “per costruire con il contributo della società civile una Regione Lombardia sempre più vicina ai cittadini”. E sul segretario della Lega dice: “Buona fortuna a Maroni! Per i sondaggi oggi è terzo con un certo distacco”. Non certo un buon viatico per un tentativo di riconciliazione.
Antonio Soggia