Umberto Ambrosoli davanti al Tribunale di Milano

«Dichiaro la mia disponibilità ad assumere un’iniziativa politica». Con queste parole Umberto Ambrosoli, il figlio “dell’eroe borghese” assassinato nel 1979, ha ufficializzato la decisione di scendere in campo e partecipare alle primarie per le elezioni del prossimo governatore della Lombardia.

Dopo aver annunciato il 21 ottobre scorso che non si sarebbe candidato, il 41enne avvocato penalista milanese ha rotto gli indugi, sostenuto dal Pd, corteggiato dall’Udc e apprezzato da Sel. Arrivando a dettare “le regole del gioco” ai partiti stessi.

Non si parlerà più di semplici primarie, ma di “consultazioni civiche” indette da un Comitato, che consentano la massima apertura a tutti i potenziali elettori, non solo a quelli del tradizionale ambito del centrosinistra.

Il confronto, fissato per domenica 15 dicembre, permetterà a cittadine e cittadini di valutare il progetto di cambiamento proposto dai candidati e di contribuire allo sviluppo della campagna elettorale: in campo, al momento, ci sono la ginecologa Alessandra Kustermann, l’ ex capogruppo Pd in regione Fabio Pizzul, il verde Enrico Fedrighini, il giornalista e direttore della rivista “Valori” Antonio Di Stefano e il socialista Roberto Biscardini.

Un segnale positivo, quello della candidatura alla guida della Regione, accolto con entusiasmo da partiti, cittadini, associazioni e pubblici amministratori della Lombardia, con la speranza che «la società civile possa tornare ad essere grande protagonista della vita politica», ha dichiarato Enrico Marcora (Udc) su Twitter.

Silvia Morosi