Il consigliere Sel, Mirko Mazzalli. «Zona rossa per tutelare dignità e salute delle donne».

Il consigliere Sel, Mirko Mazzali. «Zona rossa per tutelare dignità e salute delle donne».

Milano come Roma: arriva anche sotto al Duomo il dibattito sull’ipotesi di un quartiere a luci rosse, per tutelare le donne e colpire il racket della prostituzione.

E’ Mirko Mazzali, capogruppo di Sel a Palazzo Marino, a portare anche nel capoluogo lombardo la discussione in corso da giorni nella capitale.  «Credo che anche Milano dovrebbe iniziare a ragionarci, perché – spiega – esiste la libertà da parte di chi vuole di prostituirsi». Gli fa eco il collega di partito Luca Gibillini: «Il Comune deve riconoscere che non si può far finta di niente o ridurre la questione a puro ordine pubblico».

La proposta di un quartiere a luci rosse trova l’appoggio di parte del Pd. «L’idea non mi entusiasma, ma – ammette il consigliere Carlo Monguzzi – forse è l’unica soluzione». Di tutt’altro parere l’area cattolica del Partito Democratico, che definisce «delirante» l’iniziativa. «Non ne abbiamo mai discusso né nel gruppo né nel partito, ma – precisa il democratico Andrea Fanzago – sono contrario a questa finta soluzione».

Tutte compatte invece le opposizioni a bocciare l’idea di Sel. «Mazzali dica di che zona di Milano sta parlando, altrimenti sono solo chiacchiere da bar – replica l’esponente di Fratelli d’Italia, già vicesindaco Riccardo De Corato -. Non si può aprire all’ipotesi di fare un quartiere a luci rosse, senza dire dove sorgerebbe». Anche Forza Italia e Lega si associano alle critiche e rilanciano il dibattito a livello nazionale con il capogruppo forzista, Pietro Tatarella, che chiede l’abolizione della legge Merlin.

Sul dibattito milanese pesa anche il parere negativo già espresso sul tema dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, secondo cui «i quartieri a luci rosse non si possono fare perché – ha spiegato – significherebbe ammettere la prostituzione e indurre così al favoreggiamento». Una critica a cui risponde lo stesso Mazzali: «Il favoreggiamento della prostituzione è un reato che necessita di dolo e qui non si può certo dire che gli abitanti di un determinato quartiere o le istituzioni vogliano la prostituzione».

Nicola Grolla