Riforma delle tarifffe Atm, con il biglietto che salirà da 1,5 a 2 euro a partire da aprile 2019. È la principale novità in tema di trasporti pubblici dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, che nei giorni scorsi si è scontrato con la Regione Lombardia contraria all’aumento, spalleggiata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma Sala continua a sostenere la necessità di aumentare il costo del biglietto base in cambio di «maggiori sicurezza e qualità del servizio» nonchè del prolungamento delle linee metropolitane M1 e M5 fino a Monza. Inoltre, sostiene il priimo cittadino ambrosiano, una decisione del genere rientra nelle sue competenze: «Si parla tanto di autonomia. Se il sindaco di Milano, la città da 10 per cento del Pil, non ha l’autonomia per aumentare di 50 centesmi il prezzo del biglietto e migliorare il servizio, non capisco cosa vuol dire autonomia».

Come cambia il sistema – Oltre all’aumento a 2 euro, sono state annunciate altre novità. Prima di tutto il biglietto varrà non solo nell’area urbana, ma anche nei comuni limitrofi rispetto a Milano, detti anche di “prima fascia”. Ci si riferisce a: Pero, Rho, Settimo Milanese, Cesano Boscone, Corsico, Buccinasco, Assago, Rozzano, Opera, San Donato Milanese, Peschiera Borromeo, Segrate, Vimodrone, Cologno Monzese, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano e Novate Milanese. Inoltre aumentano il biglietto giornaliero (da 4,5 a 7 euro), l’abbonamento settimanale (da 11,3 a 17 euro), il carnet da 10 corse (da 13,8 a 18 euro) e l’abbonamento mensile standard (da 35 a 39 euro). Restano invariati, oltre ai 90 minuti di validità, anche gli abbonamenti mensili e annuali per gli under 26 (rispettivamente 22 e 200 euro), per gli over 65 (rispettivamente 30 e 300 euro), l’abbonamento annuale standard (330 euro, ma potrà essere rateizzato) e quello per i disoccupati e chi ha un reddito Isee inferiore ai 6mila euro (50 euro). I mezzi pubblici diventano gratuiti per gli under 14, anche se non accompagnati da un familiare adulto.

I casi – Sul piano pratico cosa succederà? in generale il sistema premia gli abbonati, soprattutto i giovani e gli anziani. Tutti gli altri devono fare un po’ di conti. Per esempio il turista che soggiorna a Milano per un paio di giorni ci perde sia nel caso in cui decida di comprare più biglietti singoli che il giornaliero o il carnet da 10 corse. Stessa sorte per il viaggiatore occasionale al quale non conviene sottoscrivere un abbonamento mensile. Cattive notizie anche per chi ogni tanto usa il bigletto giornaliero: mentre con l’attuale sistema il suo prezzo equivale a 3 biglietti ordinari, con la riforma costerà un euro in più e diventerà vantaggioso solo dai quattro viaggi in metropolitana in su. Una persona con più di 65 anni che utilizza i mezzi solo due volte alla settimana (andata e ritorno, con una spesa mensile attuale di 24 euro) preferirà sottoscrivere un abbonamento per “anziani“ perché risparmierà due euro (30 anziché 32) e avrebbe viaggi illimitati; per lui però resta un aggravio mensile di sei euro rispetto a ora. A un adulto tra i 26 e i 64 anni converrà comprare un abbonamento annuale anziché 9 abbonamenti mensili perché avrebbe un risparmio di 21 euro (330 anziché 351 euro). Lo studente under 26 che da Sesto FS deve andare fino a Duomo oggi spende 1,90 euro per un singolo viaggio, quindi con la riforma pagherebbe 10 centesimi in più. Ma la situazione si ribalterebbe in caso di abbonamento mensile: al momento paga 41,50 euro, mentre con la riforma arriverebbe a spendere 22 euro. Quindi il risparmio sarebbe di 19,50 euro.