roberto_formigoni_ansaUna cava che – dietro pagamento di mazzette – doveva diventare una discarica di amianto e un impianto per il trattamento dei rifiuti. Una storia già nota dal novembre 2011 e che oggi torna in primo piano perché coinvolge l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

Secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, c’è anche l’esponente del Nuovo Centrodestra nel registro degli indagati per lo scandalo della discarica di Cappella Cantone, in provincia di Cremona. Al centro delle accuse mosse dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Antonio d’Alessio e Paolo Filippini c’è la delibera numero 1.594 del 20 aprile 2011, con cui la giunta regionale lombarda autorizzava la trasformazione del sito per accogliere scorie di amianto. Una delibera portata in consiglio regionale proprio da Formigoni.

Il terreno scelto per accogliere rifiuti tossici apparteneva all’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli. Lo stesso che, secondo la procura milanese sarebbe stato spinto dall’ex governatore a rivolgersi a uomini a lui vicini, per ottenere il via libera della trasformazione dell’attività.

L’indagine ha già portato, nel novembre del 2011, all’arresto di Franco Nicoli Cristiani: il vicepresidente del consiglio della Regione Lombardia ed ex assessore all’Ambiente fu accusato di aver intascato una tangente di 100 mila euro proprio da Locatelli. Soldi che sarebbero serviti per accelerare l’autorizzazione della discarica.

Maria Chiara Furlò