Alexander Boettcher, è stato condannato in due diversi processi a 14 e 23 anni di carcere

Alexander Boettcher è stato condannato in due diversi processi a 14 e 23 anni di carcere

Le accuse per il 30enne Alexander Boettcher sono di lesioni gravissime e associazione per delinquere. Ventitré anni di carcere più tre di libertà vigilata, una volta scontata la pena, e una provvisionale di risarcimento di 1 milione e 200 mila euro. Questo il verdetto del collegio dell’XI sezione penale del Tribunale di Milano. 

Boettcher ha fatto parte di quella che è stata ribattezzata dai pm come “banda dell’acido”, assieme alla compagna Martina Levato e al presunto basista Andrea Magnani. I due sono stati condannati per gli stessi fatti con rito abbreviato rispettivamente a 20 anni e a 9 anni e 4 mesi.

Per i giudici l’ex broker immobiliare sarebbe responsabile dell’aggressione avvenuta con l’acido durante il novembre del 2014 a Stefano Savi e dell’agguato fallito al fotografo Giuliano Carparelli. Savi è stato colpito dalla coppia perché scambiato per Carparelli, con il quale la Levato aveva avuto un flirt. «Spero che non esca più di cella. In questo momento non me la sento di perdonare». Stefano Savi, il ragazzo sfigurato, è presente in aula e utilizza parole durissime. Ma il giovane non può guardare Boettcher in faccia perché l’imputato ascolta la sentenza da una saletta a fianco dell’aula.

La pena inflitta a Boettcher si aggiunge ai 14 anni già incassati nel processo parallelo per l’aggressione a Pietro Barbini, un ex della Levato, attirato in una trappola e colpito nel dicembre del 2014 dall’acido scagliato dalla ragazza. Il padre di Barbini, che aveva accompagnato il ragazzo all’appuntamento, aveva assistito all’aggressione del figlio e lo aveva aiutato a bloccare Boettcher, complice della ragazza.

Dopo questa sentenza, i legali difensori hanno fatto sapere di voler ricorrere in appello. Attesa anche la decisione dei giudici, che devono stabilire se dare in affido a terzi il figlio avuto con Martina Levato, nato in carcere ad agosto del 2015.


Flavio Bianco