Il “bosco della droga”, il “supermarket dell’eroina”, il “boschetto dello spaccio”. Sono questi i soprannomi che hanno reso celebre la zona boschiva a ridosso della stazione ferroviaria di Rogoredo, dove il 15 novembre c’è stato un blitz coordinato tra forze dell’ordine e personale del Comune, con l’impiego di oltre cento uomini e di un elicottero allo scopo di bonificare l’area. E’ il terzo intervento in una settimana in quella che con gli anni è diventata una terra di nessuno dove tossicodipendenti, spacciatori e criminali hanno approfittato dei grandi spazi  e del del naturale nascondiglio offerto dalla vegetazione per organizzare un imponente smercio di droga.

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La stazione ferroviaria di Rogoredo

Nei controlli precedenti, carabinieri e polizia avevano arrestato numerosi spacciatori e identificato diversi acquirenti. E’ in programma un interventol delle ruspe del Comune per radere al suolo eventuali baracche abusive e per bonificare l’area verde da rifiuti e sterpaglie.

Le promesse di chiusura del “supermarket dell’eroina” risalgono ad agosto, quando l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza  aveva annunciato il disboscamento dell’intera zona entro la fine del mese. I tempi si sono allungati per problemi di competenza (Ferrovie e Autostrade sono responsabili di tre porzioni del boschetto) ma il progetto resta e sembra avanzare.

Quest’ultimo blitz si inserisce in una giornata di polemiche e dibattiti sul tema della sicurezza a Milano. Due giorni dopo l’omicidio di un 37enne dominicano in piazzale Loreto (a due passi dalla zona di via Padova ad alta presenza di immigrati) fa discutere la richiesta del sindaco Beppe Sala di inviare militari per presidiare le periferie e i luoghi sensibili. Dopo aver chiarito che la questione non ha alcun nesso con l’omicidio, Sala ha insistito: «Sto dicendo da un anno che servirebbero un po’ più di militari. Adesso, terminato il Giubileo, mi auguro che parte dei soldati che erano nella capitale possano arrivare a Milano». Non tardano le critiche bipartisan. «I militari da soli non risolvono i problemi» sottolinea SinistraxMilano, mentre la Lega di Matteo Salvini attacca: «Quando governava la Lega i militari a Milano c’erano. Poi ha vinto Pisapia e li ha tolti. Ora arriva Sala e li rivuole. Questo centrosinistra è ridicolo».

Fonte: Repubblica Tv

Insomma, come sempre basta parlare di periferie, integrazione e sicurezza per far ripartire lo scontro politico. Rogoredo e via Padova sono già diventati esempi di zone marginali (anche se in realtà via Padova è più vicina al centro che alla vera e propria periferia). Zone che richiamano l’attenzione delle istituzioni, vengono messe al centro dei programmi politici, incluso quello del sindaco Sala e in cui convivono etnie diverse. Qui fenomeni come quello delle gang latine, dei ghetti musulmani, dell’isolamento cinese, della povertà italiana sono ben visibili. Fisiologiche in una città grande e multietnica ma non per questo da trascurare. Soprattutto perché sono zone dove si insediano spaccio e criminalità che aumentano il senso di insicurezza dei cittadini. Se da un lato l’arrivo dei militari garantirà una presenza fissa in parziale supporto alle forze dell’ordine (i soldati possono intervenire solo per difesa passiva), dall’altro non riuscirà probabilmente a eliminare la criminalità. Per farlo, Laura Boldrini, presidente della Camera, in visita ieri a Quarto Oggiaro, ha insistito sulla necessità di «collaborare con le comunità straniere». Inoltre, Paolo Limonta, SinistraxMilano sottolinea: «La sicurezza in un quartiere sono le serrande alzate, le luci accese, i cittadini presenti». Insomma, la richiesta che arriva da più parti e di investire nelle periferie e nei cittadini, di ogni nazionalità.

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Via Padova, Milano