La serranda bruciata del negozio etnico di Bruzzano - Foto di Marco Granelli

La serranda bruciata del negozio etnico di Bruzzano – Foto di Marco Granelli

Il quartiere di Bruzzano torna a bruciare. Nella notte degli ignoti hanno versato benzina all’ingresso di un un minimarket asiatico aperto da poco in via Marchionni 12, limitando i danni causati dal fuoco alla sola saracinesca del locale. Ma via Marchionni non è nuova a questo tipo di danneggiamenti: il 20 ottobre scorso la serranda di un altro negozio al civico 3, questa volta una panetteria di vecchia data, era stata data alle fiamme durante la notte.

«Mi sembrano degli avvertimenti – dice Beatrice Uguccioni, presidente del Consiglio di zona nove – che si sommano a quello che aveva colpito, questa volta devastandolo, il bar di via Acerbi. Ho per questo avvisato l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, ma anche David Gentili, presidente della commissione antimafia del Consiglio comunale di Milano e Nando dalla Chiesa, del Comitato antimafia del Comune di Milano: anche se le indagini non hanno ancora indicato i responsabili è meglio portarsi avanti».

Ciascuna di queste attività commerciali sorge nella zona del centro sportivo Ripamonti di via Iseo: chiusa nel 2011 dopo essere stata danneggiata da un incendio di stampo mafioso, la palestra ha riaperto lo scorso giugno dopo Iunghi lavori di recupero. «Non torneremo agli anni in cui ero ragazzina io e i negozi bruciavano. Non torneranno quegli anni perché la mafia deve stare fuori dai nostri quartieri. Per questo ciascuno deve fare la propria: le forze dell’ordine devono alzare l’attenzione, il Consiglio di zona deve promuovere iniziative e i cittadini del quartiere devono partecipare».

Le parole della Uguccioni si riferiscono alle reticenze del quartiere registrate negli ultimi anni: «Ci è capitato – aggiunge – di avere organizzato concerti alla Cascina Anna, l’area di proprietà del Comune in zona Bruzzano che include anche un biblioteca: un modo per coinvolgere anche giovani e lavoratori nelle nostre attività sul territorio. Eppure ogni volta i residenti si sono lamentati per il rumore. Stessa cosa è capitata questa volta: pare che, in quartiere, nessuno abbia visto nulla».

Clara Amodeo