Si connettono allo smartphone anche di notte. Preferiscono Instagram a Facebook. Si avvicinano al gioco d’azzardo dentro casa perché lo fanno anche i parenti più stretti. È questo l ritratto dei giovani italiani under 18 fotografato da “Selfie”, un questionario ideato dal Centro Semi di Melo della Fondazione Exodus in collaborazione con la Casa del Giovane di Pavia. Trentacinquemila studenti – provenienti dalle provincie di Varese, Milano, Bergamo, Pavia, Mantova, Cremona, Cosenza e Potenza – hanno risposto a domande sulle loro abitudini da adolescenti. Le risposte sono ora raccolte nel libro Selfie – istantanee della generazione 2.0, presentato all’Istituto tecnico-tecnologico Molinari di Milano in presenza degli autori.

Smartphone e gioco d’azzardo – Per il 46% degli intervistati delle scuole superiori è normale chattare durante la notte. Il 43% di loro conosce coetanei che si scambiano immagini provocanti via chat e il 10% non usa il cellulare per telefonare. Ma inpressionanti sono i dati sul gioco d’azzardo: l’84% dei bambini sotto i dieci anni ha comprato almeno una volta un Gratta e Vinci senza che un genitore glielo abbia impedito. «L’obiettivo di Selfie supera la semplice raccolta di dati. Vogliamo offrire spunti di miglioramento per la pianificazione di interventi sul territorio. I risultati ottenuti sono punti di partenza per progetti che possono essere realizzati muovendo dai punti di vista e dalle fragilità dei ragazzi», ha affermato Simone Feder, uno degli autori della ricerca.

Il software – «Selfie è un esempio di indagine sul territorio. Un caso di ricerca sul campo come ce ne sono pochi nell’Accademia italiana», ha spiegato Marcello Esposito, tra gli autori del libro. L’Università Bicocca di Milano, grazie ai dipartimenti di Statistica e di Economia, ha contribuito all’elaborazione del software usato per formulare il questionario. «La proprietà dei dati è pubblica perché vogliamo che le informazioni raccolte possano essere utilizzate da altri. Ora le richieste di partecipazione arrivano da tutto il territorio nazionale», ha aggiunto.

Milano e l’Istituto Molinari – «Sono stati gli studenti a chiedere di partecipare al progetto», racconta Marzia Campioni, la preside dell’unica scuola di Milano che ha aderito all’iniziativa. «Abbiamo visto insieme i risultati del questionario e i ragazzi hanno capito quali sono i fattori di rischio che alcuni comportamenti possono causare». È entusiasta dei risultati anche don Mazzi, il sacerdote fondatore di Exodus: «La cosa più bella di Selfie è che in molte scuole, dopo aver partecipato alla ricerca, i ragazzi hanno cominciato a confidarsi con professori e preside. Questo ci fa capire che dobbiamo lasciare aperte le nostre scuole ai ragazzi. Devono diventare il luogo dove si torna a parlare».