Volti nuovi e qualche vecchia conoscenza tra i nuovi inquilini del Pirellone: oltre il 71 per cento degli eletti sarà consigliere regionale per la prima volta. Sono stati riconfermati solo 23 nomi su 80, ma tra i veterani spiccano nomi di indagati per lo scandalo sulle “spese pazze” con i rimborsi della Regione aperta dalla Procura di Milano.

Saranno otto le liste rappresentate: Popolo delle Libertà con 19 seggi, Partito Democratico con 17, Lega Nord con 15 seggi, Lista Maroni Presidente con 11 eletti, 9 consiglieri per il Movimento 5 avrà 9 rappresentanti, quattro il Patto Civico per Ambrosoli Presidente.

Dopo le indagini sui “presunti” rimborsi illeciti che ha travolto 62 consiglieri di Pdl e Lega, ci sono solo new entry fra i consiglieri della lista Maroni, mentre il Popolo della libertà, sostituisce 14 consiglieri regionali su 19. Tra quelli riconfermati però spicca il nome di Alessandro Colucci, finito a più riprese nelle informative della Direzione Distrettuale Antimafia e indagato per peculato nell’inchiesta sui rimborsi. Tra i nuovi, il Sottosegretario regionale alla Ricerca e Università della precedente legislatura Alberto Cavalli, primo degli eletti a Brescia, e l’ultimo Assessore regionale alla Sanità Mario Melazzini.

Tra i 17 seggi assegnati al Partito Democratico insieme ai nuovi eletti, viene confermato Luca Gaffuri, coinvolto nelle indagini sulle “presunte” spese illecite con i soldi dei rimborsi regionali. Il Partito dei Pensionati ha solo un’eletta, Elisabetta Fatuzzo, anche lei indagata per peculato.Alla prima prova anche i gruppi di consiglieri di Fratelli d’Italia, Patto Civico con Ambrosoli Presidente e Movimento 5 Stelle.

Non hanno più alcun rappresentante al Pirellone i gruppi Sinistra Ecologia e Libertà, UdC e Italia dei Valori, qualche miglioramento invece si nota sul fronte delle pari opportunità: su 80 Consiglieri, 15 sono donne: 6 in più di quelle elette nella precedente legislatura, la più giovane delle quali è Carolina Toia, classe 1984, eletta a Milano nella lista Maroni Presidente.

La giunta di Roberto Maroni deve ancora nascere, ma gli alleati Pdl e Lega già litigano su Mario Melazzini, assessore regionale alla Sanità ciellino vicino a Roberto Formigoni e apprezzato anche da Maroni. Ma a non volerlo riconfermare sarebbe stato Silvio Berlusconi in persona, nel corso di un vertice ad Arcore con Mario Mantovani. «Serve discontinuità – avrebbe detto il Cavaliere – dobbiamo rompere con il passato». Ma Maroni assicura che “non ci sono problemi” per la composizione della giunta: ho tutto in mente quello che dovrò fare nei tempi previsti”.

Alexis Paparo