18 documentari in concorso, 5 film in anteprima, 70 ospiti. Prende il via la seconda edizione del Festival dei Diritti Umani, che si terrà alla Triennale di Milano dal 2 al 7 maggio. Sei giorni di incontri, dibattiti, proiezioni, mostre e libri per affrontare la questione dei diritti (troppo spesso) violati. Una manifestazione concepita per sensibilizzare l’opinione pubblica e avvicinare soprattutto i giovani al tema. Contro le chiusure e il cinismo, abbattere il muro d’indifferenza e far crescere la consapevolezza attorno al fatto che ogni giorno nel mondo libertà fondamentali vengono minacciate e calpestate: questo l’obiettivo del festival, che non a caso sceglie come frase-manifesto “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”.

Il programma è ricco: l’attenzione si concentra sui pericoli che circondano la libertà d’espressione e tra gli eventi sarà ripercorsa e discussa la vicenda emblematica di Anna Politkovskaja, giornalista russa uccisa nel 2006. Largo spazio sarà dato anche al bullismo e al cyberbullismo, alla lotta per i diritti condotta dalle donne, all’emergenza migratoria. Senza stereotipi, senza pregiudizi. «I media italiani trattano spesso di diritti umani in maniera superficiale e sensazionalistica», dice il direttore e organizzatore della rassegna Danilo De Biasio. Del resto, raccontare storie legate al mancato rispetto dei diritti umani significa parlare di qualcosa di lontano, ma allo stesso tempo di qualcosa di vicino. «Sentiamo parlare di libertà di stampa minacciata in Turchia, ma quanti sono i giornalisti italiani che vivono sotto scorta, perché con il lavoro fastidio danno fastidio alla criminalità organizzata?», aggiunge De Biasio. «Noi non andiamo ad aiutare i migranti, come le Ong. La nostra è un’operazione culturale, a partire dalle scuole: partendo dai numeri e dai fatti, convincere un giovane dell’importanza dei diritti umani o dell’importanza di denunciare episodi di bullismo, già questo mi fa sentire di avere svolto qualcosa di utile».