Don Colmegna

Digiunerà fino a che l’ingiustizia non sarà riparata. Ha deciso così don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità di Milano, nei giorni della visita del capo dello Stato al carcere di San Vittore, per opporsi a all’incarcerazione di Anna, avvenuta a metà gennaio. Si tratta di una ragazza rom di 27 anni, con tre figli, che nel 2006 era stata denunciata per accattonaggio e che non sapeva neanche di essere stata condannata, ha spiegato il sacerdote. L’avvocato d’ufficio che le era stato assegnato non l’aveva né avvisata del processo, né della condanna.

Dal 2006, racconta don Colmegna, la donna «ha compiuto un grande percorso, è stata seguita da volontari, ha interrotto i legami con gli altri nomadi». Nel 2010 è entrata nella Casa della Carità diretta dal sacerdote, e adesso viveva in un’altra città «dove ha casa, lavoro, è stimata, i suoi figli vanno alle elementari e all’oratorio. Dopo tanti sforzi suoi e dei volontari per raggiungere questa autonomia, sono arrivati i carabinieri per portarla in carcere a Como, a scontare la pena di 6 mesi passata in giudicato». «È la dimostrazione che in cella finiscono le persone che non ci dovrebbero entrare, spesso le più deboli e indifese», ha commentato don Colmegna ricevuto a Palazzo Marino. In questi casi «il carcere non serve, non dà una risposta». Per questo, ha detto, «Digiunerò fino a quando non verrà scarcerata».

All’appello si sono uniti due assessori della giunta Pisapia. «Obiettivo delle istituzioni quando viene commesso un reato è avviare un percorso di reinserimento – ha affermato Marco Granelli, assessore alla Sicurezza. – La magistratura di Como faccia ricorso a pene alternative». Pierfrancesco Majorino, assessore ai Servizi sociali, ha annunciato per sabato una giornata di mobilitazione cittadina sul tema delle carceri affollate.

Non sono mancate risposte politiche contrarie all’azione intrapresa dal sacerdote. Il leghista Matteo Salvini ha invitato don Colmegna a «fare un altro sciopero della fame per tutte le mamme e le nonne derubate o aggredite ogni giorno dai rom a Milano». Riccardo De Corato, di Fratelli d’Italia, invece ha avvisato il sacerdote che, a suo dire, «se la redenzione vale per la donna allora il principio va esteso a tutti i carcerati di San Vittore, mandiamo tutti a casa se si sono pentiti?». Stefano Bolognini, assessore leghista in Provincia, ha dichiarato che don Colmegna «ha tutto il diritto di prendersela con la giustizia lenta, ma l’impressione è che usi due pesi e due misure. Si preoccupa dei rom e non degli italiani in carcere in attesa di giudizio».

Gabriele Principato