Presidio davanti ai cancelli della Electrolux

Presidio davanti ai cancelli della Electrolux

Scioperi immediati contro Electrolux, e contro il piano considerato “irricevibile” dai sindacati. Ma i cui contorni sono ancora poco chiari.

Dalla Lombardia fino al Friuli, si sta estendendo a tutti gli stabilimenti del gruppo la protesta contro il dimezzamento dei salari proposto dalla multinazionale svedese degli elettrodomestici. Hanno cominciato i dipendenti di Solaro (Mi), che dalla prima mattina di martedì 28 gennaio sono riuniti in presidio davanti ai cancelli per una mobilitazione che – fanno sapere – “durerà tutto il giorno”.

Ma uno sciopero di 24 ore con presidio è stato indetto anche allo stabilimento Electrolux di Porcia (Pordenone), dove i lavoratori hanno bloccato l’ingresso delle merci in fabbrica. La situazione è seguita da vicino anche dal vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, dal sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti e dal vicepresidente della Provincia, Eligio Grizzo che sono intervenuti all’assemblea dei lavoratori. Sulla vertenza Electrolux si è espressa anche la Presidente della Regione Friuli, Debora Serracchiani: “No ai ricatti sulla pelle degli operai e della popolazione” ha dichiarato intervenendo a TgCom24.

”Si tratta della prima risposta dei lavoratori – ha spiegato Alberto Larghi, della Fiom-Cgil – alle proposte provocatorie e irricevibili dell’azienda”. Non sono ancora chiari però i dettagli del piano. In mattinata è arrivata una smentita della società in cui si spiega che la proposta avanzata ai sindacati “prevede una riduzione di tre euro all’ora. In termini di salario netto – sostiene l’azienda – questo equivale a circa 8% di riduzione, ovvero a meno 130 euro mese”. La multinazionale sta studiando un piano per ridurre il costo del lavoro “responsabile del continuo accrescere del gap competitivo con i paesi dell’est Europa – scrive la proprietà dell’azienda – attraverso il congelamento per un triennio degli incrementi del contratto collettivo nazionale di lavoro e degli scatti di anzianità”.

Un piano giudicato negativamente anche da Maurizio Sacconi, presidente del Nuovo Centro Destra, secondo cui la proposta di Electrolux è “irricevibile perché slegata da un qualsivoglia piano industriale e fondata sul presupposto della chiusura del più importante stabilimento italiano”. Il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha convocato per domani alle 15 un tavolo su Electrolux presso il ministero, cui prenderanno parte la Presidenza del Consiglio, l’Ad di Electroesponsabile di tutti i siti europei della multinazionale Ernesto Ferrario, i presidenti delle Regioni interessate al futuro degli stabilimenti italiani del Gruppo svedese (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna) e le organizzazioni sindacali.

Andrea Tornago