La compagnia dell'Elfo

La compagnia dell’Elfo (Foto: Andrea Frazzetta)

Dai locali occupati del centro sociale Leoncavallo a quelli del multisala Puccini di corso Buenos Aires. Ma con lo stesso desiderio di provocare e un’immutata attitudine rivolta all’avanguardia.

Compie 40 anni la compagnia teatrale dell’Elfo. Un gruppo storico divenuto centrale per la città di Milano, ricordato ora anche con una biografia, Quarant’anni di teatro d’arte contemporanea. Nemico di classe, La bottega del caffè, Sogno di una notte d’estate, Comedians sono solo alcuni tra i più importanti spettacoli allestiti da una compagnia rimasta sostanzialmente la stessa nel corso del tempo. L’unica vera defezione è stata quella di Gabriele Salvatores, figura associata indissolubilmente al cinema, ma che nel 1973 è stato uno dei fondatori della compagnia insieme a Ferdinando Bruni, Cristina Crippa, Luca Toracca e Thalia Istikopoulou. Sua la regia del primo spettacolo dell’Elfo, Zumbì, messo in scena nell’Auditorium Lepetit. Suo, nel 1981, anche uno dei primi e più eclatanti successi di pubblico: un musical rock tratto dal Sogno di una notte d’estate, con musiche di Mario Pagani, che raggiunge la cifra record di duecentomila presenze e diventa lo spettacolo “manifesto” del gruppo.

Gruppo nel quale entrano a far parte fin da subito anche Elio De Capitani, Ida Marinelli, Corinna Agustoni e Fiorenzo Grassi. Rimasti, Salvatores escluso, sempre insieme fino ad oggi. E divenuti i protagonisti del volume Quarant’anni di teatro d’arte contemporanea, una “biografia partecipata” del teatro dell’Elfo scritta da Alberto Bentoglio, Alessia Rondelli e Silvia Tisano, che sarà presentata martedì 19 novembre alla Statale di Milano insieme all’attrice Lella Costa e al critico teatrale Renato Palazzi.

“La nostra storia si intreccia con la storia dell’altra Milano, la Milano alternativa nata all’inizio degli anni settanta”, scrive De Capitani. “Abbiamo vissuto gli anni della rivolta giovanile e sociale, anni ricchi, anni di grandi mutamenti, anche contraddittori, della vita sociale nei suoi più minuti aspetti”. E dal palco la compagnia dell’Elfo non ha mai fatto mancare la sua voce su questi grandi mutamenti: dall’adozione per le coppie gay, trattata già anni addietro, al lavaggio del cervello ad opera dei mass-media. Così come non si è tirata indietro dall’affrontare temi scomodi ma semrpe attuali come l’antisemitismo.

Tanti i nomi celebri che hanno recitato per l’Elfo: Mariangela Melato, Toni Servillo, Paolo Poli, oltre al gruppo dei comedians legati a Salvatores: Claudio Bisio, Silvio Orlando, Paolo Rossi. A cui si aggiungono quelli dei nuovi talenti: Elena Russo Arman, Paolo Pierobon, Alejandro Bruni Ocana, Christian Giammarini, i registi Francesco Frongia e Angelo di Genio. Che probabilmente rappresentano meglio il senso di una compagnia che ha sempre guardato oltre, e più che indugiare troppo sulla sua storia vuole guardare alle prossime stagioni forte di un “Bagaglio a mano” pieno di ricordi, ma con tanto spazio ancora da riempire.

Francesco Loiacono