Negli ultimi dieci anni a Milano sono state costruite 620 nuove case destinate all’edilizia pubblica, per questo si è parlato di modelli dell’abitare accessibile e di soluzioni per il mercato abitativo milanese.Al Politeatro in viale Lucania a Milano, in zona Corvetto, durante la conferenza “Fair and social housing” del 28 marzo, è stato annunciato l’accordo tra Consorzio cooperative Lavoratori (Ccl) e COIMA, gruppo che si occupa di investimenti immobiliari per conto delle istituzioni. L’intesa tra le due realtà mira a valorizzare il rispetto del principio mutualistico cooperativo, secondo cui la mutualità, spiega una nota, «consiste nel fornire beni o servizi o condizioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato». Gli argomenti toccati durante la conferenza sono stati tre: il principio mutualistico cooperativo; il progetto pilota nello scalo di Porta Romana; Coima housing found con Intesa Sanpaolo per la creazione di studentati, un piano immobiliare da 300 milioni di euro.
I protagonisti – Durante la conferenza Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato di COIMA ha annunciato che la sua società entra come socio nella cooperativa di lavoratori promossa da Acli e Cisl. «A Milano ci sono 170mila mq di spazio disponibili, di questi più di 50mila saranno dedicati al social housing – ha detto Catella prima della conferenza – ci sono tante operazioni e tanti progetti sia da iniziare che fa terminare. Ma noi vogliamo concentrarci sull’abitare accessibile a tutti». «Questo dimostra come Milano sia una città che vuole reagire e dare delle risposte – ha continuato Catella – possiamo diventare un modello italiano, questo credo sia il tema centrale dell’incontro: come il pubblico può trovare nel privato un’accelerazione per questo si parla di un veicolo di investimento con collaborazione aperta». «Nell’immediato post-Covid gli organi di stampa hanno parlato di una fuga dalle città, perché diventate economicamente insostenibili – ha affermato Alessadro Maggioni, presidente della Ccl prendendo parola alla conferenza – per questo hanno bisogno di essere governate, per non diventare vettori di disuguaglianza». Ragionando sui numeri del Piano di governo del territorio (Pgt), Catella e Maggioni hanno annunciato un piano di interventi reali considerando che negli ultimi dieci anni a Milano sono state costruite 620 nuove case destinate all’housing sociale. Per questo mirano ad un piano integrato tra Comune, Aler (l’iazienda pubblica milanese che si occupa di edilizia residenziale) e Coima per mettere a disposizione potenzialmente 15mila alloggi. L’accordo vuole creare un modello alternativo alle megalopoli e ai già sperimentati modelli di città, per riuscire a raggiungere un forma dell’abitare accessibile a tutti che tenga conto degli stipendi medi dei lavoratori per categoria.
L’accordo – Si è giunti a questa partnership grazie ad percorso avviato nel 2022. Il fine è quello di creare una nuova piattaforma per progetti in edilizia residenziale convenzionata e sociale, anche in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati, per accelerarne lo sviluppo. Si partirà con il progetto pilota previsto a Milano, nell’ambito della riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana, che prevede la costruzione di 320 unità abitative, di cui 225 in edilizia convenzionata ordinaria e 95 in edilizia residenziale pubblica. Nel progetto è compresa anche la realizzazione di un advisory board dedicato al “fair e social housing“, con sei membri che saranno nominati da Ccl e Coima. L’obiettivo è quello di definire il modello edilizio di inclusione sociale oggetto dell’accordo, di coordinare le attività comuni e di approvare i progetti residenziali da sviluppare. L’attuazione prevede in fase preliminare l’identificazione di un primo pacchetto di iniziative di residenza convenzionata coerenti con la strategia della collaborazione. In totale la spesa prevista per la realizzazione degli obiettivi siglati dall’accorto si aggira intorno a 400 milioni di euro.
Gli intervenuti – Tra gli intervenuti alla presentazione anche il ministro delle Infrastriutture Matteo Salvini, in collegamento da Roma. «Conto che l’accordo tra Coima e Ccl – ha detto – possa essere un modello da seguire, noi abbiamo sul settore casa circa cinque miliardi tra PinqUa (Programma nazionale per la qualità abitativa, ndr) ed efficientamento energetico. Chiederemo al collega Giorgetti al Mef ulteriori finanziamenti per i tanti progetti che sono in graduatoria approvati, ma non finanziati, per rimettere mano a un piano casa a cui voglio assolutamente lavorare bene» Sulla questione del fabbisogno abitativo dellla città di Milano il ministro ha detto che «il fabbisogno di 80.000 unità abitative solo su Milano nei prossimi anni prevede uno sforzo enorme che il pubblico da solo non è in grado di fare ovviamente non può essere solo e soltanto tutta edilizia residenziale pubblica, anche per mixare modelli, per creare reti creare connessioni». Il vicepremier ha poi ceduto la parola al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: «credo che questa sia la strada che dovrà essere percorsa anche in futuro per cercare di dare una risposta complessiva a quelle che sono le esigenze sempre maggiori della edilizia» Anche il presidente della Regione crede che «la rigenerazione urbana vada concepita in un modo diverso, ci dobbiamo rendere conto che le nostre città sono la prima sentinella di quelle diseguaglianze che purtroppo si realizzano sempre di più, per cui gli interventi devono andare anche nella direzione di una rigenerazione, non soltanto di carattere edilizio, ma anche di carattere sociale». Riguardo all’accordo Coima-Ccl Fontana ha detto «credo che quella di oggi sia sicuramente un accordo importante se un accordo che va anche nella direzione di una legge che consente la gestione di questo tipo di edilizia ai privati, credo che questa iniziativa vada nella direzione che noi auspichiamo in tutte le attività della nostra realtà, ovvero, quella di una collaborazione sempre più stringente fra pubblico e privato perché solo così il modello Lombardo continuerà ad avere successo»