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La mascotte di Expo 2015 (Ansa)

Centoventisei milioni di euro in due anni per essere “più forti dell’antistato”. E sostituzione di metà delle uniformi che vanno in pensione per non lasciare “sguarnite” altre zone del Paese. Sono queste le due principali carte giocate dal governo italiano per un’Expo 2015 libera dalla criminalità organizzata.

Lunedì 13 gennaio è stato firmato alla prefettura di Milano il piano d’azione: a fare fronte comune contro la mafia saranno Ministero dell’Interno, Regione Lombardia, Comune di Milano, società Expo e forze dell’ordine. ”Vogliamo lanciare il messaggio che lo Stato è più forte della criminalità”, ha sottolineato il ministro dell’Interno Angelino Alfano in occasione della presentazione di Expo “Mafia Free”.

Diverso schieramento politico, ma stesso obiettivo per Giuliano Pisapia: ”È evidente che ci sono stati e ci saranno tentativi di infiltrazione, ma l’importante è che restino tentativi e su questo non solo possiamo ma dobbiamo essere vincenti”. Per questo serviranno più uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza: lo Stato sostituirà il 55 per cento di quelli che vanno in pensione, in deroga alle norme che prevedono il blocco del turnover per la pubblica amministrazione. In euro si tratta di 126 milioni in due anni – 38 per il 2014 e 88 per l’anno prossimo – per le dotazioni di mezzi e strutture e per la logistica.

I soldi saranno usati per “azioni molto concrete”, ha assicurato il presidente della Regione Roberto Maroni.
Dalla possibilità per la polizia locale di Milano di controlli anche fuori del proprio territorio al potenziamento del ruolo della direzione investigativa antimafia e alla cooperazione con le polizie straniere, sono diversi gli impegni previsti dal piano. Impegni che, in parte, sono stati già realizzati: nei cantieri il gruppo interforze milanese ha controllato più di 2.500 persone e di 1.300 mezzi, le polizie locali hanno fatto lo stesso con oltre 7.200 camion e hanno acquisito la documentazione su 418 imprese. La lotta per un’Expo senza mafia sembra essere solo all’inizio.

Giuliana Gambuzza