Le facce dei cinque giovani rappresentanti degli studenti sono un po’ stanche, quasi deluse. Sono appena usciti dalla sala conferenze di Palazzo Marino dopo quasi due ore di incontro con i rettori di tutte le Università milanesi, l’assessore comunale alla casa Pierfrancesco Maran, l’assessore regionale alla casa e Housing sociale Paolo Franco e il sindaco Beppe Sala per discutere sulle misure da applicare contro il caro affitti. È emerso che uno degli interventi più rapidi che Comune e Regione possono attuare è quello di concordare un canone agevolato con gli affittuari privati e abbassare la cedolare secca al 10% invece che al 21%. Per il resto ci vuole tempo, dialogo e aiuto dal Governo, sia per agire sugli studentati, che esistono ma sono troppo pochi e troppo cari, sia sull’istituzione di un fondo a sostegno degli affitti.
Cosa chiedono gli studenti – Dopo due settimane di proteste, iniziate da Ilaria Lamera, studentessa di ingegneria al Politecnico di Milano che per prima si è accampata in tenda fuori dalla sua sede universitaria e ha partecipato all’incontro milanese, anche altre città hanno deciso di unirsi e gli studenti sono scesi in ben 10 piazze d’Italia, tra cui Roma, Padova e Firenze. Uniti contro il caro affitti. Cosa chiedono? Prezzi più accessibili, sia per le stanze private sia per quelle offerte dagli studentati, e più finanziamenti comunali, regionali e statali. Non solo per gli studenti, ma anche per i giovani lavoratori e per tutti coloro che sono in difficoltà nel pagare 800 euro per una stanza singola e 500 per una doppia. «Non è la mia protesta ma è la protesta di tutti», precisa Ilaria.
Canone concordato – L’assessore alla casa Pierfrancesco Maran spiega che la Regione Lombardia e il Comune di Milano possono fare solo una cosa autonomamente e sul breve periodo: aggiornare il canone concordato prevedendo alcuni vantaggi fiscali per i privati come la cedolare secca al 10% (anziché al 21%) e l’Imu al 50%. «È la prima volta che si parla di una tariffa concordata tra le parti ed è per questo che già nella prossima settimana verranno convocate l’Associazione dei piccoli proprietari di casa e i Sindacati degli inquilini per chiedere di aggiornare le tariffe e concordarne una per le stanze» dichiara Maran, sperando che questa modalità di canone riesca a rendere i prezzi più accessibili.
Fondo affitti e ospitalità turistica – Il governo, dal canto suo, dovrebbe intervenire su due fronti: il primo sull’istituzione di un fondo a sostegno degli affitti, il secondo sulla stesura di una legge che limiti l’ospitalità turistica che è la diretta concorrente di mercato degli affitti studenteschi. Per quanto riguarda il fondo affitti, Maran propone allo Stato di destinare un miliardo (dei tre che possiede dagli introiti della cedolare secca) a questo fondo, in modo da sostenere 420 mila nuclei familiari con 200 euro al mese in tutta Italia, e afferma: «Mi sembra l’unica soluzione a breve termine per calmierare un’esigenza così diffusa nella popolazione».
Gli studentati – Un altro punto su cui agire è l’ampliamento degli studentati, ancora troppo pochi e troppo cari. Secondo gli studenti, dovrebbero essere a maggiore presidio pubblico e Maran si dichiara d’accordo, anche sulla costruzione di nuove strutture e il riadattamento di quelle già presenti. «Non sono soluzioni a breve termine però rappresentano la misura più rapida sulla quale indirizzare fin da subito una fonte di finanziamenti», spiega l’assessore. Anche se costruire uno studentato con le imposte regionali attuali e con l’incremento del costo dei materiali è dispendioso, e «nessuno costruisce uno studentato in perdita», spiega l’assessore comunale alla casa. Nel frattempo il governo ha autorizzato la presentazione di un emendamento per sbloccare 660 milioni di euro previsti dal 2022 agli alloggi universitari.
Studenti determinati – «Sono delle buone proposte», dice Ilaria, precisando che servirà l’aiuto del Governo e, guardando in volto Maran, aggiunge che gli studenti vogliono collaborazione tra i vari livelli istituzionali. Il tavolo si riunirà ancora e Beppe Sala ha promesso agli studenti che un altro incontro sarà fatto nelle prossime settimane, tra una decina di giorni. Una sola cosa è certa: la determinazione degli studenti. Le parole di Ilaria Lamera lo dimostrano: «Quando ci sarà un dialogo anche con il governo noi studenti ci saremo e non permetteremo in alcun modo di essere esclusi».